mercoledì 26 novembre 2008

Non è mai lupus

Mi si faceva giustamente notare che non sto aggiornando il blog con grande frequenza. Grazie.
In ordine di importanza (importanza per la mia mente stanca):
nel week end mi sono fatto una pera di Dottor House (parallelo ubriacone con Brunello di Montalcino); ho trovato un sito (cantina) con tutte le puntate (barrique di ogni sorta) di tutte le serie (ogni etichetta conosciuta) e in straming (sono dentro di notte, non c'è il custode e ho il mio bicchiere preferito).
Ergo ho larvato per quasi tre giorni (per pudore non dico quante puntate ho visto, tanto non indovinate) e ho perso un sacco di tempo che avrei dovuto impiegare lavorando all'ultimo progetto che devo consegnare in settimana.

Sottotitolo del post: Ma si può?

Lavoro che ovviamente -ovviamente per me- avevo sottovalutato, così lunedì ho pensato bene di fare due conti...e fai due conti che fai due conti... ho fatto il primo loop della mia vita. Nel senso che ho fatto un dritto da antologia: cena lunedì sera tardi (tripla omelette a mezzanotte) poi davanti al computer ininterrottamente fino alle 4. Di pomeriggio. Giuro che non ho cacciato neanche uno sbadiglio. E mi sono solo alzato solo per vedere l'alba su Deventer ancora un po' innevata. No, per la vescica no, io ho un grande livello di sopportazione in quel senso.
Lavorata sovrumana che mi lascia invece che esausto carico come una molla. Alle 4 smetto non perchè sono stanco, ma perchè all'università c'è una festa per salutare i miei compatrioti prossimi partenti. Io sono a digiuno da molto e quando arrivano i bastoncini di pesce offerti dal catering interno della scuola, dopo due giri di cortesia per tutti me li metto davanti e abuso in maniera spaventosa. E anche senza troppo pudore, visto che assieme al cibo arriva anche un carrello con bevande varie, fra cui...una cassa da 24 di birra ghiacciata. Alla fine non ne resterà soltanto uno, ma soltanto 9, che considerato che a bere eravamo solo in due...
I cinesi portano una chitarra (per una questione di grandi numeri, devono pure azzeccarne qualcuna a volte) e uno di loro dedica ai due italiani "Take me home, country road" di John Denver (figa come pronuncia lui "Virginia" è una cosa che ti fa capire il senso della vita). Finito questo momento quasi commovente ci mettiamo a fare karaoke, con noi itailani che alterniamo alla chitarra canzoni che conoscono tutti (tutti quelli nati più a ovest del Pakistan) e i cinesi che cantano canzoni struggenti
Quando la mia gola e calda, non solo e non principalmente per il canto, partiamo coi grandi classici incantabili tipo You can't always get what you want", "Whith or wothout you", "I can't help falling in love with you" fino a un accenno di "Hotel California". Perdiamo un sacco di tempo con gli accordi perchè i cinesi si ostinano a cercarli su youtube...ok, bel tentativo, magari alla prossima ti spiego un po' di cose.
Finale nella mestizia intimizzatrice con colonna sonora "The scientist". Sembra butti male, la testa pesa. Invece reggo un casino, e sono gasato perchè lavorando come un cinese (che poi ho scoperto essere degli scansafatiche da antologia) mi sono messo avanti. Perciò serata al cinema. A vedere James Bond. Faccio la mitraglia di Batistuta quando parlano italiano e solo noi tre capiamo. Poi mi perdo nella trama, capisco solo inseguimenti scazzottate sparatorie scazzottate amoreggiamento scazzottate sparatorie incendio finale. Ma mi basta. Poltrona comoda, buio in sala: anche qui non un solo sbadiglio. Stupefacente. Il biglietto costava 10 euro inclusi bibita e pop-corn. Confezione gigante che io lascio elegantemente mezza piena sotto la mia postazione, senza rovesciarne neanche uno. il cinese invece li ha finiti. Oggi in classe (doppia tosse imbarazzata). Durante la lezione (tripla tosse imbarazzata). Fantastico. Così fanno 40 ore tonde tonde di veglia. E la scorsa notte un sono regolare, 8 ore, nè più ne meno.

Musica e pere
(io sceglierei il link, maledetto incorporamento disabilitato)

Ps: stamattina ho preso per la prima volta del mafioso, ovviamente in quanto italiano. La cosa che mi ha dato più fastidio è stato non che me lo abbia detto un olandese, ma che me l'abbia detto di fronte a uno svizzero. Per fortuna quest'ultimo non ha detto nulla altrimenti avrei sicuramente infierito su di lui dicendo: primo tu non prendi parte neanche a una barzelletta, dueee treno dell'amore portami con te, qua trovi la gioia, c'inquinate il fiume, seeei srgewce.

giovedì 20 novembre 2008

Ci vedono così...

Come diceva il poeta, "chi mi conosce lo sa", io non è che sia un mostro di lingua inglese. Ok, distingua comodamente la bandiera britannica da quella del Nepal, e nei momenti di maggior lucidità so anche scomporla in quella Scozzese, Inglese e Nordirlandese (povero Galles!). Ma con la lingua faccio all'italiana, ovvero mi arrangio. E con la pronuncia inesorabilmente affondo.
Ok, questa è la situazione, la conosco e ci convivo. Tento anche di migliorare, sono in Olanda apposta. E se se ne parla ci posso ridere su. La mia cultura mi ha dotato di autoironia.
Mentre in Cina....
Ok, solo breve filippica.
Non puoi tu che dopo 4 anni che abiti qui e pronunci "tempo" uiter, ospedale ustidal e che, pur non sapendo pronunciare le "R", ti sei scelto un nome occidentale con la "R".... non puoi tu occhiamandorla sfottere la mia pronuncia! Tant'è che quando parlo io tu capisci sempre, quando parli tu nessuno ti capisce, a parte 1 miliardo e mezzo di persone (idovina da che nazione vengono?).
Soprattutto non puoi fare ironia se poi non sei disposto a fare ironia su te stesso. E tu non lo sei. Non per colpa tua, ma non lo sei, come i quasi 2 miliardi di tuoi compatrioti. E io mi dispiaccio fortemente per voi.
E vi dimostro che noi siamo diversi.
Perciò ecco un po' di sana autoironia made in Italy.



Questo è palesemente opera di francesi, se ascoltate bene la pronuncia delle erre. Ma io sono autoironico, quindi obbiettivamente dico che fa ridere (e dico anche che piece e piss li ho sempre pronunciati e sempre li pronuncerò alla stessa maniera).

Quest'altro è semplicemente un capolavoro, e stando a quanto mi hanno detto le polacche, quando noi italiani parliamo fra di noi nella nostra lingua, sembriamo esattamente come lui. Quello di mezzo, intendo.

martedì 18 novembre 2008

Paper

Come Francesca chiedeva. Se non si legge mi dispiace. Ricordate però che c'è un Eu davanti.


Dicono che sabato nevica. Speriamo.

lunedì 17 novembre 2008

giovedì 13 novembre 2008

Andate, esami, ritorni

Domani vado in gita! Che spettacolo: saranno stati più o meno cinque anni che non pronunciavo questa frase...

Si va ad Utrecht, con tanto di visita guidata a una biblioteca (pallosetto) e a un museo di carillon giganti (grosse più o meno come una roulotte, qui sono una tradizione, il sabato al mercato ci perdo le ore a guardare i suoi meccanismi). Chi mi prende mentalmente in giro non ha idea di quello che si perde.
Pomeriggio free. Biglietti del treno e pasti pagati dall'università. Ritorno ognuno per i suoi ("volete che vi faccia anche il biglietto per il ritorno o qualcuno pensa di fermarsi ad Utrecht" chiede non ironica la nosta Janny). Ma si tornerà tutti. Non insieme.


La scelta è caduta su Utrecht dopo che noi europei abbiamo fatto blocco dopo che i cinesi (guidati magistralmente da una di loro, dai modi un po' sospetti di un emissario del partito) avevano spinto in maniera fastidiosa per Maastricht. Che sarà anche una città carina, ma è a quasi 3 ore di treno da Deventer: in giornata è una bella sfacchinata. La cigliegina sula torta di tutto questo era la motivazione di tale destinazione: quella che per tutti noi è solo una città famosa per il trattato, per loro è rinomata perchè, essendo una città di confine, c'è un ristorante che è una parte in territorio olandese, una parte in territorio belga. Un ristorante!!! Cioè secondo voi io mi devo fare 6 ore di treno in un giorno per mangiare in Olanda e pisciare in Belgio? Questo è stato più o meno il mio commento quando il carrarmato della proposta/dictat cinese per Maastricht avanzava nella Tien An Men della discussione. Poi però, alla prima prova di forza, appena hanno vosto che potevano rischiare uno scontro (anche se solo verbale)... tutti a Utrecht, e anche più convinti di noi...senza parole.


Forse non ce l'hanno raccontata giusta, forse il ristorante era solo una scusa per estradare, o forse li fa impazzire quel piccolo pisellino d'Olanda che si incunea fra Belgio e Germania. Noi tutti continuiamo a chiedercelo, loro continuano a fare quello che gli docono.

Ok, questo post si è trasformato contro la mia volontà in un ennesimo post antiocchiamandorlesco. Perciò sterziamo.

Periodo di esami, settimana più che impegantiva. Per chi non l'avesse capito da post precedente -e mi auguro che siate stati in molti- due esami scritti, lunedì e mercoledì. Il primo lungo, il secondo lungo e difficile.

Alcune cose spettacolare dello svolgimento degli esami alla Saxion University che non si possono celare.

In aula non c'è il tuo professore, ma una tizia che tu non hai mai visto, che squadra per ore la tua carta di identità, che controlla la tua firma che neanche sugli assegni da Cartier, segna le annotazioni che fai...roba che da noi appena alla maturità. Si vociferache questa donzella sui 60 faccia questo di mestiere, gli altri mesi dell'anno li passa in naftalina, a ingozzarsi di Fisherman Friends: mercoledì se ne è sparati 6 nel giro di 7 minuti (l'ho notato non perchè non stessi facendo niente, ma perchè i sornacci schifosi e continui di un cinese di fianco a me continuavano a distrarmi. Per chi ignora il significato, sormacciare significa tirare su dal naso in maniera rumorosa il catarro misto a muco).

Ultima chicca della sessione di esami: nei corridoi delle aule dove ci sono test, almeno uno per piano, c'è un'agente della sicurezza con tanto di divisa con il logo Saxion che se ti intima di fare silenzio se tu passando davanti a lui chiacheri con qualcuno.

Poi. Oggi ho fatto una delle più intense lavorate mentali della mia vita: ho scritto un report su un progetto ininterrottamente dalle 10 alle 18. Ininterrottamente intendo che non mi sono neanche alzato dalla sedia, nè per mangiare nè per andare in bagno. Ho scritto una decina di pagine in inglese insieme a una polacca. Il bello di tutto questo infatti, è che è un lavoro di gruppo. Io, la polacca e una cinese. Ma visto che io mi sono già fatto il mazzo per 2 e 1/2, ora rischio anche di rimanerci fregato, perchè se la cinese, come temo, non farà la sua parte (che io non posso materialmente fare), oltre a non farmi prendere 3 crediti che -cazzo- mi servono, renderà anche inutile ore e ore di lavoro che ho fatto.

Come avrete notato dall'improperio e dal "nuovo" tema, questo post sta nuovamente tornando a delirare sui cinesi. Quindi dopo aver sterzato, lo fermiamo qui. Come diceva puffo Quattrocchi: "Che è meglio!"

lunedì 10 novembre 2008

Numeri


1 : sempre, per ora, io

2 : le chitarre che ci sono adesso nella mia stanza

4: le aringhe che mangio il sabato al mercato

7 : i cinesi che sono in corso con me

9 : il primo votone nell'università olandese

10 : le birre che ho bevuto venerdì sera

12 : i gradi che ci sono oggi

13 : i gradi del vino che mi ha regalato il mio coinquilino congolese

15 : i giorni che mi tocca aspettare per avere i risultati dell'esame di oggi

16 : gli euro di un biglietto andata e ritorno per Amsterdam Centrale

17 : l'ora in cui mi sono svegliato giovedì

18 : i giorni che non mi faccio la barba

24 : gli anni che compio tra un po'

28 : gli anni del mio professore più giovane

29 : i gradini della scala a chiocciola della mia casa olandese

30 : i minuti di ogni giorno della mia vita che in media avrò passato in Olanda

31 : gli esami universitari che ho passato fino ad ora

34 : gli esami universitari che ho tentato

38 : le ore consecutive che sono stato senza mangiare qualcosa di decente

43 : le volte che ho dovuto leggere le soluzioni per finire Indiana Jones e il destino di Atalntide

54: gli anni che compie mio padre oggi, auguri

55 : i minuti di treno per andare a Utrecht

56 : le persone che hanno votato ai miei sondaggi

75 : i watt della lampadina sopra il mio letto

76 : i giorni che sono in Olanda e i post dell'olandese mangiante

83 : i post di questo blog, questo compreso

100 : i grammi di parmigiano reggiano che ti danno con due euro e mezzo

106 : i giorni che non vedo il mare

120 : i secondi che ci metto in bici ad arrivare all'università col semaforo verde

156 : gli euro che ho speso ad arredare la camera

249 : gli articoli che ho scritto sul giornale

288 : i film in streaming che posso guardare

484 : i giorni che non scrivo più per il giornale

636 : i artécol in wikipedia in dialèt arzàn

2638 : i file della cartella immagini del mio computer

8759 : i giorni che ho vissuto fino ad oggi

sabato 8 novembre 2008

Sensazione

Ma quanto gira????

giovedì 6 novembre 2008

Buchi e leggi

Giornata strana. Prima mattina della settimana che mi sveglio a un orario decente -leggi otto del mattino-, nonostante sia andato a dormire alle 2.30, dimostrando senza ormai alcun dubbio che vivo con il fuso orario di Capo Verde.
Metto finalmente il mio bellissimo coprisella sul sellino della mia bici. Anche se non calza alla perfezione ho dovuto metterlo: se hai una sella "gel" e ci viene un buco, è probabile che il gel esca e ti sporchi i pantaloni -leggi accadimento di sabato-
Vado ad una lezione che non dovrebbe esistere. Il professore la chiama appuntamento perchè è un momento di recupero che ha ritenuto necessario visto che in due mesi di lezioni, a forza di pause caffè non era riuscito ad iniziare il programma che si era prefissato. Cosa ancora più strana, capisco un casino, mentre le menti occhiamandorlate intorno a me mi sembrano buchi neri -leggi gialli-. Quella che rispetto di più gioca a Mahjong.
Mi sparo un altro panino Subway di 30 cm senza fare una piega. Mi faccio il mazzo tutto il pomeriggio per un progetto di gruppo dove io ho fatto tutto il lavoro e le mie due compagne non hanno nemmeno cominciato il loro (che è ovviamente minore del mio). Scopro -leggi Pietro mi informa facendomi sclerare mentre lavoro al mio progetto - che la mia idea buttata lì per supportare moralmente chi voleva mollare non era un buco nell'acqua: io avevo scritto "cosa ho prodotto in bagno", chi mi ha copiato -guardare solo a stomaco vuoto- è stato più diretto.
Esco dall'università che piove. Piovvigina. Il mio coprisella è bagnato. Nella tettoia sopra la mia bici cìè un buco -leggi voragine-
Attacco la dinamo e parto. Che strano rumore che fa la dinamo. E che strano scodinzolo che ha oggi la mia bici. Ruota sgonfia...ruota a terra...ruota con un buco.
Prima di sera conosco un ragazzo molto gentile, davvero simpatico. Penso senza dubbio che sia gay, ma non è toscano - leggi: perciò non so perchè lo sto dicendo in questo post -
Visite italiane alle 22.20. Non ho ancora mangiato. Non sono lui lui, quindi gli unici buchi che mi vengono sono quelli della fame.
Pastasciutta delle 23, ricca di panna che fa sempre bene -leggi: solo se vuoi imitare il blogger che due anni prima che l'ebbi mi rubò l'idea -
Poi non c'ho sonno, d'altronde in quel buco di isola che è Capo Verde, non è neanche mezzanotte.

In tutto questo, non ce l'ho fatta a trovare un solo buco per studiare decentemente per gli esami della settimana prossima.

domenica 2 novembre 2008

Riso amaro

Più bonariamente che si può (perchè sicuramente non è colpa sua), però... ma vaffanculo, Timo Glock!!!! Cazzo, mi ha ucciso a posteriori una gioia che era già iniziata. Godimentus interruptus. Cazzo!
A momenti mi passava la voglia di postare questo video. Che spero aiuti chi si sente come me a farsi una risata.



Sicuramente non riderà il pirla dell'ultima scena del filmato.

PS: qui piove, anzi no, anzi sì di nuovo. Devo studiare parecchio. Ce la posso fare.
PPS: previsione. Come Hamilton, anche Obama rischierà di non vincere.