venerdì 27 marzo 2009

Grandi passi

Masterizzato finalmente un cd con le canzoni che rappresentano il mio Erasmus. Messo in macchina e ascoltato finalmente sotto un bel sole, ripensando. Poi finalmente riso come un idiota, da solo. Ripensando.

La mia pelle ha di nuovo, finalmente un colorito accettabile. Merito di una due giorni di studio/lettura/sonnellini fra balcone e giardino. Bella vita, adesso.

Finalmente ho mangiato i tortelli di Pietranera. Sono 6 tipi, difficili da ricordare e facili da mangiare. C'è stato spazio pure per il dolce.

Berlusconi ha finalmente ripreso a fare battute. E ricominciato a indossare cappelli buffi. Mattatore.

La strana coppia ha finalmente "scritto" un nuovo post. E incanalato un po' di energia in maniera editoriale. Canonici.

Avanzamenti sostanziali nella carriera universitaria. Libri da biblioteca: ci sono. Realtore per tesi: c'è. Contatti per tirocinio: ci sono. Documenti post Erasmus: ci sono (più o meno).

Sono andato a farmi visitare la spalla finalmente. Ora sono vecchio dentro e anche fuori: nel referto il medico ha usato la parola artrite -o artrosi, boh-.

Napoli ha finalmente il suo inceneritore. L'emergenza rifiuti è finita (e io ci credo!).

E io sono finalmente zio. Edoardo.

mercoledì 18 marzo 2009

Geniale. Schifosamente geniale

Il nostro premier ha evidentemente elaborato una iniziativa anticrisi molto controversa. La possibilità di allargare di una buona percentuale la cubatura della propria abitazione rischia di diventare un beneficio solo per chi possiede ville e villoni. Che è la parte più benestante e già tutelata della società, accusa l'opposizione. Ma almeno si fa girare l'economia, l'edilizia e tutto il suo indotto, si difende il governo.
Quello che nessuno ha notato, o perlomeno nessuno ha fatto notare, è che il nostro premier ha avuto l'idea da uno spot pubblicitario. La cosa è davvero palese.

Minuto 0:09, forme e tempi coincidono

Puntualizzo che questa cosa io la trovo ammirevole. Basta dogmatismi, vetusta prassi politica, immobilismo tradizionalista. Bisogna trovare nuove idee (sono "Tutto intorno a te" direbbe una bella mora, o "Io sono per la meritocrazia" direbbe un bel biondino).

Per questo avrei voluto che il nostro permier fosse stato, ieri mattinam accanto a me su una verde panchina del Parco Ducale di Parma. Ne sarebbe venuto fuori un bel pacchetto congiunto su istruzione e immigrazione.

Sono le 11.30 quando vedo passare una scolaresca. Sui 14 anni. I jeans e gli scarponi li denunciano in gita (è troppo presto per le uscite premio di fine anno), la proporzione maschi femmine 20:2 ne dichiara la provenienza da un istituto professionale. Si piazzano alla mia destra: quattro zaini a terra e improvvisano una partita in un campo troppo piccolo per contenerli tutti. Il professore arbitra, la cadenza è da uomo del sud, il carisma da materasso a molle. Io leggo, ma le orecchie sono aperte. E il cosiddetto paese reale, coi suoi colori, i suoi rumori, la sua cultura, i suoi riti e le sue innocenti categorie pregiudizievoli, si materializza davanti a me.

«Billy Elliot, tirala lunga!»

«Lui è con noi! «Ma se è Italia - Resto del Mondo, lui è italiano, è con noi!»

«No Gigli, non puoi fumare mentre giochi. Te lo vieto categoricamente.»

«Arbitro, Prof, fallo! Ma che è questa camorrìa?»

«Passa, Turchia, passa!»

lunedì 16 marzo 2009

Embeh?

Avete mai notato la somiglianza fra i termini miscela e miscellanea? Con ogni probabilità i due termini discendono da una radice comune. Ciononostante, si pongono come alle due estremità del registro linguistico italiano: se la seconda ha pretese di nobiltà, di un livello culturale elevato ma un po' pretenzioso, snobistico, la prima odora di distributore di benzina, riporta alla mente l'adolescenza e i motorini impolverati.
Le differenze sottili sono quelle più bastarde. Ti fregano perchè non te ne accorgi, perchè va bene lo stesso. Speriamo.

Ho iniziato tre libri in tre giorni. Spero di finirne almeno due. Anzi, spero di finirli tutti. Di leggerli al sole, che finalmente sta tornando fuori. E anche al vento, che tutto sommato non è poi così male, che non siamo marinai al largo. Ho la camera incasinata e la settimana che si sta riempiendo di appuntamenti, così la mia testa rimane meno incasinata della camera.


Due miei gatti, oggi, sul balcone.

La X è il punto dove scavare.


Per dimostrare che ho ancora contatto con la realtà, che sono sempre io.

martedì 10 marzo 2009

Il vento spazza via le nubi

Circa tre settimane fa ero in una cittadina chiamata Kampen. Pensavo fosse carina, ma sentivo che mancava qualcosa. Poi, mentre attraversavo un ponte, ho guardato l'orizzonte attraverso il plexiglass di protezione. Rifrazione, due Kampen sovrapposte: la prima a rappresentare la città; la seconda, poco più sopra, a coronarla di colline.
Per quanto mi siano piaciuti i Paesi Bassi, penso che la mancanza di alture sia una cosa che, in profondità, mi provoca un po' di tristezza.

Stamattina, verso le 10, ero sulla strada che passa davanti alla cantina sociale di Scandiano. Duecento metri prima la pianura smette improvvisamente di esistere e gli Appennini pretendono il loro spazio e la loro forma. Se passi di lì, e l'aria è tersa come stamattina, mentre alla tua sinistra scorrono, ancora intensamente innevate, le cime che circondano il Cusna, alla tua destra vedi la pianura, la vasta pianura. La vedi in una maniera incredibilmente nitida: i ponti di Calatrava li puoi quasi toccare, pensi che se ti impegni potresti riuscire a vedere l'arena di Verona, magari il Duomo di Milano. E là, dietro tutto, le Alpi, con la loro imponenza da plastico e la neve calda al sole.

E si va in macchina, e non c'è tempo per fermarsi a guardare. O forse il tempo c'è, ma non ci si ferma lo stesso.


sabato 7 marzo 2009

Fatto

In realtà mi sentivo e mi sento ancora un po' indegno di scrivere nuovi post. Come se ora che sono tornato a casa le cose che potrei scrivere siano poco interessanti. Come se lo siano mai state.

Non ho ripreso i ritmi di prima. Un po' perchè prima non avevo ritmi (o se li avevo non lo ricordo), un po' perchè non ho niente da fare, quindi lo faccio piano. Non mi sono sentito assalito dalle persone, reggo bene conversazioni e situazioni. Però sono indeciso.

Mangiato le tigelle che ne avevo voglia. Guardato la tele che già che è lì perchè non accenderla. Sentito per radio la canzone di Marco Carta -cazzo!-. Fatto tanto casino e messo tanto a posto. Passato un intenso, produttivo mercoledì. Passato un venerdì itinerante. Guidato rante macchine. Detto tante cazzate, pensate di più. Guardato Armageddon. Fatto quello che faccio di conseguenza. Dormito poco di notte. Rimediato di giorno, ma con gli occhi aperti. Lasciatomi poco stare. Abbracciato tanta gente. Baciato meno. Mangiato troppo. Suonato male, cantato peggio. Invecchiato. Guidato la bici da immaturo. Dato e preso buche. Ascoltato una canzone con il pensiero perchè non riesco a ricordare altro che la melodia.