martedì 20 ottobre 2009

Sentire

Si va avanti. O almeno, è il tempo che va avanti. L'orologio gira. E a me gli orologi sono sempre andati larghi. Colpa del polso piccolo. Adesso mi vanno stretti. Colpa del domani. Non è mai troppo tardi per iniziare a pensarci. Forse è sempre troppo presto. Anche se sull'autobus i ragazzi che ti urtano ti dicono "mi scusi".

Ho la memoria prettamente visiva. Ricordo i visi, dai visi risalgo ai nomi, e penso di ricordarmi i nomi proprio vedendoli scritti nella mia mente. Questa è una dote utile, e mi rende spesso arrogantemente oroglioso. Con le orecchie invece sento nell'incoscienza. Non ci capisco niente, imito le note in maniera ridicola, i meccanismi della comunicazione mi sfuggono. Eppure è con la musica che riesco a piangere.

Anche se è il mio senso razionale, la vista ama il bello. Che non sa creare, ma sa apprezzare. Per questo ho grande rispetto dei fotografi. Del grande talento della Fra, indiscusso. E del mio amico S. Uno che se proprio non l'ha già trovato, almeno è più vicino di me a Godot. O almeno a me piace pensare così.


In bocca al lupo per la tua nuova avventura (sei aggiunto fra i blog amici, tienici aggiornati).

giovedì 1 ottobre 2009

Questione di scelte

Se avessi scelto di non fermarmi a giocare a tabù.
Se mi fossi infilato le scarpe slacciandole, invece che forzando pelle e fibbia.
Se avessi indugiato più sulla porta.
Se avessi deciso di rimandare a domani il pieno alla macchina.
Se avessi scelto i 20 euro che sporgevano dal mio portafoglio, invece de 50.
Se non avessi insistito e trafficato per far entrare quei 50 litri scarsi nel mio serbatoio da 45 abbondanti.
Se mi fossi fermato per togliermi il portafoglio di tasca.
Se non fossi partito così deciso.
Se non avessi avvertito qualcosa un attimo prima. Se non avessi rallentato appena.

Allora mi sarei perso quello spettacolo. La notte fonda, la curva dopo la discesa, nota e seducente. Il casolare sulla sinistra, con la siepe alta e folta e la meridiana sulla facciata di mattoni. La piccola strada che si inerpica a destra, fra case basse e ricche. E in mezzo lui, un maestoso esemplare di cervo, le ampie corna, le zampe agili. Un balzo ed è in mezzo. Prima di spiccare il secondo gira leggermente la testa alla sua destra. Ci sono io coi miei due fari, chissà cosa pensa. Un attimo ed è sparito, perso in un prato che nessuno sembra mai aver calpestato, che fino ad allora sembrava inutile, che deve essere stato pensato proprio per lui, adesso.

La curva si raddrizza, la strada sale. Incrocio un'altra auto. L'auto di uno che non vedrà. Se solo avesse scelto...



Ho dei flash di un anno fa. In certi momenti è tutto così dannatamente uguale. Skype mi dice che c'è un amico qua e un amico là. Ho voglia di stare solo e passo tanto tempo davanti al computer. Ho voglia di andare in bici più di quanto non faccia. Viene buio presto e non ho fame ma mangio. E ogni tanto mi sdraio sul pavimento.
Tutto cambia un cazzo. Non lo so... il portatile è più rotto e più lento, io sono solo più stanco e inconcludente, più schifoso a suonare la chitarra e più vecchio.

Solo perchè non crediate che la vita (la mia nello specifico) fa schifo, affermo orgoglioso che oggi ho fatto una delle risate più comiche della mia vita. A tanti è capitato di ridere mentre stavano bevendo, finendo poi per sputare nebulizzato il liquido più o meno alcolico. A me è capitato solo di vedere queste persone. Io non stavo bevendo, ma l'umorismo mi ha preso alle spalle così bene che ho sputato quello che non avevo. Sul pavimento del bagno. Vi auguro migliori effetti.

[Immagine]
Sarà perchè stasera ricomincia il dottor House.