Si va avanti. O almeno, è il tempo che va avanti. L'orologio gira. E a me gli orologi sono sempre andati larghi. Colpa del polso piccolo. Adesso mi vanno stretti. Colpa del domani. Non è mai troppo tardi per iniziare a pensarci. Forse è sempre troppo presto. Anche se sull'autobus i ragazzi che ti urtano ti dicono "mi scusi".
Ho la memoria prettamente visiva. Ricordo i visi, dai visi risalgo ai nomi, e penso di ricordarmi i nomi proprio vedendoli scritti nella mia mente. Questa è una dote utile, e mi rende spesso arrogantemente oroglioso. Con le orecchie invece sento nell'incoscienza. Non ci capisco niente, imito le note in maniera ridicola, i meccanismi della comunicazione mi sfuggono. Eppure è con la musica che riesco a piangere.
Anche se è il mio senso razionale, la vista ama il bello. Che non sa creare, ma sa apprezzare. Per questo ho grande rispetto dei fotografi. Del grande talento della Fra, indiscusso. E del mio amico S. Uno che se proprio non l'ha già trovato, almeno è più vicino di me a Godot. O almeno a me piace pensare così.
In bocca al lupo per la tua nuova avventura (sei aggiunto fra i blog amici, tienici aggiornati).
martedì 20 ottobre 2009
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1 commento:
Vabbé, dai, forse i ragazzini ti davano del lei per via del tuo look formale di oggi...dagli il beneficio del dubbio! Anche se in effetti lo fanno sempre più spesso anche con me, e francamente li odio.
Mi deprime pensare al tempo che passa, anche perché più passa e meno puoi sognare a lungo termine. Esempio (terra terra) : a 10 anni puoi sognare che quando sarai grande arriverà il principe azzurro sul cavallo bianco e ti porterà via a vivere in un luogo meraviglioso, dove potrai coltivare indisturbata tutte le tue passioni senza preoccuparti di niente. A 25, ecco, diciamo che ormai non puoi più farlo, e non solo perchè ti sei resa conto che i principi azzurri non esistono e che per coltivare le tue passioni devi prima guadagnare dei soldi, o perché anche nei luoghi meravigliosi c'é un affitto da pagare; ma non puoi più farlo soprattutto perché a 25 anni ti svegli una mattina e ti rendi conto che grande lo sei già.
Uffa, ma perché il tuo blog quando non mi si apre in ventimila finestre diverse mi spinge a scrivere simili papiri filosofici? Bah.
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