mercoledì 17 marzo 2010

Start, star, bene

Ricordo di aver detto che questa canzone ha per me un sapore di qualcosa che inizia. Un sapore ben definito, qualcosa che sai essere così, su cui non nutri dubbi. Un sapore che ti piace.
Comunque ora che ogni superstizione scaramantica pare non essere più necessaria, posso affermare ufficialmente che ho iniziato un secondo lavoro, che tra l'altro centra anche parecchio con il giornalismo. Direi che su per giù svolgo le mansioni di un vero giornalista di desk. Quello che, come usava sottolineare Giuliano Molossi, a differenza del suo collega inviato diventa grasso. Per la cronaca, visto che è da lì che vengo, l'inviato diventa un puttaniere. Col virgolettato così sono fuori da ogni possibile querela.
E sia. Però ora sono ovviamente carico. Carico e discretamente incasinato, con un bel misto di incoscenza, timore, arroganza, senso di incapacità. E si va avanti così, stanco, finchè tiro. Un po' è anche la sensazione di poter mettere qualche mattone per il futuro, conoscere qualcuno, imparare qualcosa, scoprire motivazioni.

Rimuovere a comando il blocco dello scrittore. Fare fare fare e non pensare.

Domenica mi sono addormentato guardando "Giglio infranto", con Lillian Gish. Sabato penso che andrò a comprarmi una rubrica telefonica. Di pelle, ma spero non cattiva.

Dicono che sia San Patrizio, ma a parte il maglioncino primaverile che avevo pensato di mettermi stamattina, non ho visto una sola cosa verde in tutto il giorno. Gli alberi gialli, marci. I semafori accesi, psichedelici, fasulli.

La luna stasera era bellissima, quasi quanto il tramonto ieri sera. Uno spicchietto rivolto all'insù, come il sorriso del gatto di Alice nel paese delle meraviglie mentre scompare. Ho fatto il primo pensiero letteralmente poetico di tutta la mia vita. "Così girata può contenere tutti i nostri sogni e lasciarci appendere tutte le nostre cose superflue".



Questa canzone sa di qualcosa che inizia... Penso di averlo anche scritto da qualche parte. Se l'ho fatto, sono contento. Salinger ha scritto che la magiorparte delle cose più vere è meglio lasciarle non dette. Io penso che invece sia proprio il caso di scriverle. Che loro rimangono lì. Si cambia, pensiero e persona, ma si può sempre ritornare, anche solo per un attimo, a quell'io del passato. Diverso, e come tutte le cose lontane, sognato.

sabato 20 febbraio 2010

C di Cinzia, C di Cinque

Mi è stato fatto notare che se scrivo sul blog "Addio" poi non mi faccio sentire per due mesi, magari sembra che mi sia suicidato. Che non è vero. Quindi chiedo scusa per l'assenza e ringrazio per gli attestati di stima.

Iniziamo dalla fine. Ho finito di scrivere la tesi. Cioè, ho finito un secondo fa di scrivere la tesi. Poi magari non andrà bene, ma intanto ho finito.

Passiamo all'inizio. Addio agli anni spensierati significa che ho iniziato a lavorare con assiduità. Che lunedì diventerà una doppia assiduità, ma questa è un'altra storia e non mi piace mettere il carro davanti ai buoi. La prima assiduità consiste in un lavoro da lettore per rassegne stampa. Il bello è che finisco presto, verso le 9 di mattina. Il brutto è che inizio presto, tipo verso le 5 di mattina. E qui entra in scena Cinzia. La mitica Cinzia Cracchi, professione -Gate. Perchè io faccio la rassegna stampa sui quotidiani di Bologna. Quindi immaginatevi da un mese a questa parte quante foto del suo pelicciotto ho visto, mentre leggo i miei giornali ad una velocità talmente elevata da farmi sentire celebroleso.

E qui entra in scena Cinzia. L'altra Cinzia, quella che Come Volevasi Dimostrare, c'aveva ragione davvero, e mi sono messo ad ascoltare i Radiohead. Siamo andati in mezzo alla storia. Che la canzone mi piace da matti, però mi sento celebroleso. Anzi, mi piace perchè mi fa sentire un triste celebroleso. E grazie ai Radiohead sono riuscito a finire la tesi. E dire che mi avrebbero dovuto far pensare più al lavoro che allo studio, perchè quello che faccio ha parecchi aspetti slowly kills you. Però il suo annegamento mi è stato incredibilmente di aiuto.



Come volevasi dimostrare hai sbagliato, ricordo la canzone che azzardasti.

Tornando un attimo indietro, e facendo un passo avanti, si arriva al C di Cinque. Innanzitutto perchè ieri ho contato fino a sette in ordine alfabetico. E 5 è il primo numero. Poi perchè volevo celebrare la meravigliosa ironia, ignota ai più, di quei simpaticoni che compongono il palinsesto Mediaset. Che alle 5, su canale 5, hanno pensato bene di mettere Party of five. Prescindendo dal fatto che accendo la TV per svegliarmi e vedo il candido pallore di Neve Campbell... il giocone di parole mi sembra un po' eccessivo, perlomeno per riderci, perlomeno alle 5 di mattina.

Che poi sono tra 25 minuti. Arrivando alla fine della storia. Ma questa volta sono ancora, non già sveglio.

Buonanotte. Fine

venerdì 1 gennaio 2010

Gli anni zero

Addio cari, giovani, spensierati anni zero.