martedì 15 settembre 2009

Freddo

Stasera, stanotte, ho voglia di scrivere. Perciò ecco queste righe, sasso lanciato nell'acqua calma da tempo. Righe stanche e lunghe come il silenzio che le ha precedute. E come il caldo.

E' cominciato proprio con il caldo, o meglio, con la pioggia che se lo è portato via.
Ore infinite e inutili per rimettersi in sesto, l'acqua a darmi un motivo dannatamente valido per non uscire, per non far niente, per non pensare.
Poi, molto più tardi, l'odore di nebbia che sta cercando la forza di scendere a terra e la manopola del riscaldamento della macchina che dopo mesi si sposta deciso a destra.
In mezzo, la rivelazione. Seduto su una panca di legno, la schiena curva, mi guardo i piedi. Quei jeans non li mettevo da un po'. L'orlo sfrangiato disegna una ragnatela sulla scarpa marrone. Una ragnatela che conosco troppo bene, che è nata e cresciuta con me. Un anno fa, di questi giorni, quei jeans cominciavano già ad andarmi più larghi. Fino a dover passare all'ultimo buco della cintura. Poi neanche lei è bastata e i pantaloni hanno cominciato ad abbassarsi e a strofinarsi con la noncuranza di un ragazzo solo contro un terreno più freddo e fangoso di quello cui fino ad allora ero abituato, perlomeno in autunno. Sento con gli occhi, come fossero ora, le tante volte in cui quell'orlo si è bagnato e sporcato di sabbia, quando da una pozzanghera ignorata l'acqua si arrampicava con perfido impegno fino a metà polpaccio, quando un brandello di tessuto ancora parzialmente attaccato e già totalmente ghiacciato mi impediva di accavallare le gambe su di un treno sempre caldo e silenzioso, quasi sempre solitario. E ricordo come ora il giorno in cui 'ho deciso, adesso lo taglio', il contatto delle forbici di plastica blu con le mie dita, l'emozione infantile del momento, la paura del sapere che non si torna più indietro. E alla fine va bene così...

E mentre penso alla mia Olanda con i jeans che maledettamente non mi stanno più così maledettamente larghi, sembra che il mondo mi voglia qui con sè, mi chiama, mi carica, mi dà qualcosa da fare. E alla fine va bene così...

Dopo 6 mesi ho cambiato cd in macchina. Autunnale e bello da farmi quasi commuovere.

8 commenti:

Ilaria ha detto...

Scusa la scurrilità ma, cazzo, perchè scrivi così bene?!?!?! Talmente bene che quasi ti perdono la lunga assenza, mannaggia a te...!

Che macchina hai preso?
Ma soprattutto: quando ti potremo rivedere in quel di Parma?

Comunque mangia che sennò tra un po' scompari!! :D

Ilaria ha detto...

Ok. Mi sono appena resa conto che c'era un "il cd in" prima della parola "macchina".

E anche che dici che i jeans non ti vanno più così larghi. A questo punto credo di aver bisogno di andare dall'oculista, o in alternativa di cambiare spacciatore.

Cordiali saluti.

evachent ha detto...

Sempre dannatamente magro...
e meravigliosamente braverrimo a scrivere...
bentornato!!!!!

Anonimo ha detto...

che bello ritrovarti, anzi rileggerti. Confermo che sei schifosamente bravo a scrivere e che è un peccato quando ciò che racconti si scontra con il punto finale.... e dobbiamo aspettare (speriamo) il prossimo post! Brév ragàs!!!!
Matteo il bradipo

Unknown ha detto...

ci sei mancato ;)

Anonimo ha detto...

sì decisamente...
evito altri commenti sulla tua assenza o sulla mia varicella alla quale darò il resto della colpa!

Roberta

Anonimo ha detto...

Non ho parole.

Eugenio Fedolfi ha detto...

Ila: grazie di tutto.
Eva: si fa quel che si può.
Brad: via che si va, axè.
Fata: voi di più.
Rob: me ne prendo volentieri tanta anch'io. Di colpa.
Ci: sono d'accordo con te, come sempre. Che non è vero, ma è bello dirlo.