mercoledì 23 aprile 2008

2° lezione. Carta vs schermo

La prima parte si è sviluppata su un confronto parallelo tra giornalismo on line e giornalismo tradizionale. Molte le differenze evidenziate: tempestività rispetto agli avvenimenti, punto forte di internet; velocità di lettura, nella quale ormai i quotidiani cartacei, con infographic e articoli più brevi (sulla scia della Free Press) hanno diminuito lo svantaggio; multimedialità, regno incontrastato del web journalism nonostante gli sforzi dei giornali tradizionali (full color e immagini sempre più grandi); interattività (con gli editoriali trasferiti sul sito del quotidiani con possibilità di postare commenti, quasi lettere al direttore tecnologizzate, ma anche con i blog “incommentabili” e i commenti vincolati a registrazioni piuttosto che al vaglio di una redazione). La conclusione cui si è giunti è che i due mezzi non sono opposti ma complementari. Ai quotidiani ci si rivolge con maggior consapevolezza, dandogli maggior fiducia: l’acquirente abituale sa cosa aspettarsi dal proprio giornale e sa che sono garantiti determinati standard di qualità, per esempio sulla veridicità delle notizie (si tende molto più frequentemente a dire “l’ho letto sul giornale” che “l’ho visto su internet”).L’informazione sul web ha invece una prerogativa più personale e libera: libera (o apparentemente libera) perché ciascuno può entrare nelle notizie che gli interessano, personale perché ognuno può giungere ad una news da qualsiasi punto della rete (non come in un giornale tradizionale, dove si arriva a pagina 4 solo dopo aver sfogliato pagina 1, 2 e 3). Ma se il cyber-lettore arriva ad un articolo senza passare attraverso le restanti pagine di notizie non si rischia una disorganicità dell’informazione on line? La risposta sembra essere sì, soprattutto a causa della mancanza di un adeguato linguaggio del web journalism.

Nessun commento: