martedì 27 gennaio 2009

Memoria

Oggi dovevo uscire. Ne avevo una voglia matta. Anche se ufficialmente la scusa per restarmene a casa ce l'avrei, e anche migliore di tante altre volte. Ma questa volta sono io che sono molto meno bravo a crederlo.
Allora esco, esco per dimenticare. Bici, pedalare, pedalare ancora. E niente giacca, che mi stringe troppo. Se poi patisco freddo sarà servita da lezione, me ne ricorderò. Esco per dimenticare e ripercorro strade già battute: qui c'è una curva, là una villa. Un ristorante, una diga, il grande fiume. Un borgo, un mulino, il mio mulino. E tutto, prima di essere davanti ai miei occhi, prima di riflettersi sul mio parafango, è già dentro il mio cervello.
Allora mi dovrei incazzare, che sfuggo verso l'ignoto e trovo ciò che già so. E invece sono tanto contento, leggero. Grato alle presenze su cui non lo sapevo ma contavo. Perchè in fondo, proprio loro, le ricordavo.


Mi sono sempre interessato molto all'argomento: di base c'è un amore generico per la storia, poi tanto di altro. Oggi mi sento di dire che il miglior libro che abbia mai letto sulla Shoah è La notte di Elie Wiesel. Ed è anche uno dei più bei libri che abbia mai letto.


Ci saranno cose di questi mesi che mi ricorderò. Sono fatto così, saranno tante. Ci saranno cose di questi mesi che penserò di non ricordare. Ma loro resteranno lì, in attesa, senza farsi notare. Ci saranno cose di questi mesi che non saprò raccontare. Sono fatto così, saranno troppe.






3 commenti:

Anonimo ha detto...

C'è sempre qualcosa che non si riesce a raccontare. A me fa incazzare, perchè in fondo amo racchiudere paesaggi e sensazioni nelle parole. Fa sentire sicura: sai che non potrai dimenticare niente. Che in qualche modo stai vincendo sul tempo. Che, in qualunque momento lo vorrai, basterà rileggere per rivivere quello che è stato.

Eppure, per dettagliato che tu possa essere, ciò che racconti non sarà mai tutto. E forse è meglio così, perchè in fondo i ricordi sono qualcosa di intimo, di tuo, qualcosa che sta lì senza far rumore e poi si fa sentire quando meno te l'aspetti.

Quanto al resto, ammetto che del post ho capito poco. Parla della Shoah o di te? O di entrambi?

Forse non ha importanza. Però la canzone che hai scelto è una delle più belle che si siano sentite ultimamente. Mi da la carica ogni volta che l'ascolto.

Anonimo ha detto...

Mi fai venire i brividi... il tuo modo di scrivere riesce ad essere così emozionante, emotivamente coinvolgente... riesci a creare empatia con poche parole, messe al posto giusto, nella sequenza migliore...
ho sempre invidiato la tua capacità di essere contemporaneamente sintetico e profondo.
Trovo che i tuoi post siano ormai perfetti: non mi stanco mai di leggerti...

Anonimo ha detto...

Mai dimenticherò l'abbraccio meraviglioso del mio viso su quello del mio bambino appena nato, mai dimenticherò la gioia di tuffarmi nello sguardo di quegli occhi neri mai dimenticherò tanta gioia da te ricevuta per tutta l'eternità.