giovedì 1 maggio 2008

4° lezione. Politici e Internèt

Si parte a parlare di comunicazione politica da Italia.it, portale molto discusso e le cui vicende devono aver in qualche modo sfiorato la vita professionale del prof. Alfonso. Lo spunto per parlare di come il mondo politico si relazioni con il mondo di Internet c'è tutto. Si parte dal presupposto che l'impegno del politico sul web, e nei blog in particolare, è scarso: d'altra parte il gioco non vale la candela, poche decine di migliaia di voti su decine di milioni non cambiano mai (o quasi) il risultato di un'elezione.
I pochi politici che si mettono in gioco sulla rete, scivolano spesso nei 3 errori che un blogger dovrebbe evitare a tutti i costi: la scarsità dell’aggiornamento, l’unidirezionalità e l’inadeguatezza del linguaggio.
Il mancato aggiornamento fa perdere di credibilità agli occhi dell’utente (chi è aggiornato dimostra di essere sul pezzo e se è bravo la rete glielo riconosce).
L’impossibilità di commentare se non registrati, o (peggio) il doversi sottoporre ad un esame da parte di qualsivoglia persona quando si vuole lasciare un commento, impedisce di fatto una comunicazione bidirezionale fra politico e lettore del blog. Con l’unidirezionalità che la censura porta con sé, si perdono tutti quei vantaggi di scambio di opinioni e di confronto che il mezzo tecnologico racchiude in sé.
Il linguaggio autoreferenziale, mai lontano dal politichese, crea un’ulteriore barriera fra cittadino e politico. Una semplificazione della comunicazione (basterebbe un semplice glossario) andrebbe a favorire l’avvicinamento alla politica e la comprensione anche di chi è più in difficoltà. Sono molti gli strumenti disponibili e quasi del tutto inutilizzati (tag, key-word, link, abstract) che potrebbero dare nuove e più approfondite informazioni al pubblico degli utenti.
La comunicazione politica si limita a ricalcare il modello commerciale. Io propongo, tu puoi solo accettare o rifiutare. Senza possibilità di mediare, comunicare, scambiare informazioni e opinioni. Come nei murale di Pompei. Come se blog, Internet, computer, telefoni, telegrafi e piccioni viaggiatori non fossero stati inventati.

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