martedì 6 maggio 2008

5° lezione. Pubbliche reprise, Imprese, Sociali

Breve lezione ma densa di contenuti. Si specificano i termini accessibilità e usabilità (qui già trattati in un post precedente) soprattutto in relazione alla comunicazione delle pubbliche amministrazioni.
L'accessibilità, lungi dall'essere diffusa e uniforme (il protocollo W3C è ancora facoltativo), dovrebbe garantire la possibilità di accesso e di fruizione del materiale in rete da parte di persone disabili. Oltre a una grandezza minima dei caratteri (necessaria per gli ipovedenti) si dovrebbero evitare pop up, flash e animazioni. È qualcosa cui non si pensa, ma spesso un sito con una grafica più banale può consentire una serena navigazione a quegli utenti con problemi nervosi o di epilessia, i quali risultamo molto danneggiati dalle parti in movimento o anche solo eccessivamente colorate del video.
L'usabilità dovrebbe fare da garante agli utenti tecnologicamente svantaggiati: da un lato allegati meno pesanti e riduzione di video, filmati, ecc. per permettere l'accesso anche a chi ha una connessione più lenta della media, dall'altro lato l'utilizzo di software free (i più diffusi sono Open Office e Adobe Acrobat Reader) per permettere a tutti gli utenti un accesso ai documenti, prescindendo da qualsivoglia programma licenziato a pagamento.
Sia in ottica di accessibilità, sia in ottica di usabilità, torna fondamentale (e non siamo forse noi qui per questo?) la questione del linguaggio. Una comunicazione pubblica o istituzionale deve rivolgersi alla totalità dei cittadini. Un linguaggio semplice e lineare avvicina gli utenti svantaggiati (fisicamente o tecnologicamente); un linguaggio uniforme avvicina gli utenti che non la pensano come noi o che non fanno parte della nostra cerchia.
La comunicazione pubblica non può assolutamente permettersi il lusso di comunicare con pochi, di scegliersi il proprio target. Questa è prerogatica della comunicazione d'impresa, che è tutta un'altra cosa.
Puntando più sullaltro punto, l'interattività, le aziende private tendono a fidelizzare la loro clientela, prima attirandola sul sito grazie ad un marketing globale che fa rimbalzare il consumatore dalla rete al prodotto reale (per esempio con concorsi a premi o omaggi da scaricare), poi cercand di acquisire i suoi dati sensibili per poterlo tenere nel circuito della propria pubblicità mirata. In tutto questo la parola passa in secondo piano.
Dove invece la comunicazione scritta si fa valore principale è nella comunicazione sociale. Per cronica mancanza di fondi, le organizzazioni no-profit puntano molto su internet per la loro comunicazione (oltre ai costi ridotti, la rete ha il vantaggio di raggiungere tutti e di creare consenso). La grafica (animazioni, pop up, ecc.) è una delle parti più costose di un progetto web. Ecco il primo motivo per cui la parola ritrova tutto il suo spazio e la sua forza; non è però trascurabile il fatto che lo scritto risulta fondamentale nella costruzione di un network sociale, grazie alle migliori possibilità che apre nel campo dell'interattività fra ente e utente.

1 commento:

Paolone ha detto...

Mi sono permesso di fare ctrl+c ctrl+v.
grazie