lunedì 5 maggio 2008

Internet: il pericolo della facilità

Quattro giorni fuori dalla civiltà e quando torno scopro che la mia dichiarazione dei redditi è stata messa on line. Bene o male? Privacy o trasparenza? Sinceramente mi risulta difficile dirlo. Il confine fra le libertà individuali e l'interesse pubblico è, oltre a un terreno minato, un argomento che mi ha sempre molto affascinato. Ma tralasciando il casus belli e le polemiche di questi giorni, che mi porterebbero a considerazioni di natura politica (ora non un mio primario interesse), mi è venuta alla mente una considerazione.
Si è sempre correttamente detto che una cosa scritta su un giornale cartaceo ha molta più autorevolezza e molto più peso di una cosa che appare solo su internet. La rete è anche così poco soggetta alle leggi della censura (e spesso della querela) da permettere la pubblicazione anche su siti giornalistici molto frequentati (l'esempio per eccellenza è dagospia) di notizie che per motivi di interesse o per un diffuso moderatismo non trovano spazio nei quotidiani tradizionali.
Ecco qui che invece che i ruoli si invertono. I giornali possono pubblicare tutto quello che vogliono, è il sito dell'agenzia delle entrate che va oscurato immediatamente. Il perchè è molto facile da capire. Dato per scontato che le dichiarazioni dei redditi sono da anni atti pubblici, visionabili da chiunque ne faccia richiesta al comune di residenza del contribuente, è la comodità a fare la differenza. La natura dei dati non cambia, ma la nostra possibilità di accedervi. Solo un vero ficcanaso sarebbe uscito di casa, si sarebbe recato in municipio con le necessarie marche da bollo, avrebbe compilato i necessari moduli....il tutto per sapere quante tasse pagava il suo vicino. Volete paragonarlo alla comodità, facilità, anonimità e velocità di un click? Quindi via libera ai giornali, che, a patto di non voler disboscare la foresta Amazzonica, non possono pubblicare i nomi e i conti di tutti gli italiani, limitandosi ai personaggi famosi ("hanno voluto essere famosi, che abbiano almeno qualche disagio"). Stop invece a Internet, troppo, troppo comodo. E potente.

In conclusione. La rete ha delle potenzialità completamente inesplorate. Quelli che la usano, anche per scopi istituzionali, lo fanno come se fosse un gioco, senza sapere di avere in mano un'arma potentissima, e soprattutto senza sapere in che direzione quest'arma sia puntata.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bel post,molto scorrevole e interessante.
Le ultime 5 righe sembrano l'incipit di un giallo o il trailer di un film horror...incutono timore...

Anonimo ha detto...

Personalmente, l'aver messo on-line le dichiarazioni dei redditi m'è sembrata un'offesa alla privacy.

E' vero, come tu stesso fai notare, che erano già prima atti pubblici consultabili. Ma proprio gli ostacoli burocratici tutelavano i cittadini quanto basta da quella massa di curiosi che ama sbirciare, per così dire, dalle finestre altrui.

E qui mi riallaccio al tema conduttore del tuo interessante post. Perchè hai perfettamente ragione: internet ha una potenza infinitamente superiore a quella, seppur molto forte, dei media che chiamiamo classici.

Il problema è che non siamo ancora riusciti a rendercene pienamente conto. A comprenderne il linguaggio intrinseco. In definitiva, ad utilizzarla nel modo migliore.