domenica 28 settembre 2008

Vincitori e vinti

Ok, blog che decreta i 20 siti vincitori "Il più bel monumento d'Italia"...ovviamente non funziona che più un luogo era votato, più aveva probabilità di vincere. Il concorso è infatti sottotitolato "I monumenti d'Italia che piacciono a ME!", quindi ringrazio tanto per i suggerimenti, ed eccovi qui la lista dei prescelti, non in ordine di preferenza ma in un asettico da nord a sud:
  1. Duomo di Milano
  2. Arena di Verona
  3. Piazza San Marco, Venezia (basilica, campanile e palazzo ducale)
  4. Ponte dei Sospiri, Venezia
  5. Mole Antonelliana, Torino
  6. Le due torri, Bologna
  7. Palazzo Vecchio, Firenze
  8. Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze
  9. Piazza dei Miracoli, Pisa
  10. Piazza del campo, Siena (con Torre del Mangia)
  11. Basilica di San Francesco d'Assisi
  12. Basilica di San Pietro in Vaticano, Roma
  13. Colosseo, Roma
  14. Colonna traiana, Roma
  15. Castel Sant'Angelo, Roma
  16. Pantheon, Roma
  17. Fontana di Trevi, Roma
  18. Castel del Monte, Andria
  19. Reggia di Caserta
  20. Tempio della Concordia, Agrigento

Faccio notare che ben 19 dei 20 me li avete suggeriti voi. A ME perà il Pantheon piace, quindi eccolo in classifica. E dopo i vincitori, gli esclusi.

Motivazioni e ringraziamenti. Grazie a Evachent, per i suoi 15 commenti e suoi 13 monumenti consigliati...solo 3 fra i vincitori, ma il tuo impegno verrà premiato.

Grazie a tutti per non aver citato i lucchetti di ponte Milvio.

Alberobello, Pompei, Boboli, Volterra, San Gimignano, Matera... non propriamente monumenti: bellissimi ma difficili da catalogare.

Ville e villoni molto belli, ma i classici sono più d'effetto.

Grazie anche ai patrioti (San Martino della Battaglia e Redipuglia); ai campanilisti (San Marco Argentario -non sarà mica dove sei nato tu, Antonio?- Parma e Scandiano); a chi ha votato per casa sua e a chi ha votato per casa mia.

Infine grazie a Lenny, che con i suoi millemila commenti mi ha fatto nascere l'idea per questo sondaggio. E grazie a tutti per avermi fatto raggiungere i 43 commenti, che superano di uno i 42 del post concorrente. Ma la vittoria va all Cinzia, visto come ha ridotto il suo vero avversario.

venerdì 26 settembre 2008

Italiano? Che culo! Davvero

Non è propriamente un post razzista (d'altronde, sarete fieri di me, in questo momento dormo su un letto con la rete di un congolese, il materasso di un curdo, il panno e il cuscino di una turca). Cioè, non lo so bene. Però quando stai a contatto con realtà diverse dalla tua ti rendi meglio conto di quello che tu hai e che magari altri non hanno. Come la libertà d'espressione, ad esempio. E così mi fermo a riflettere e mi dico che esageriamo a lamentarci così tanto del nostro Belpaese.
Comunque, per chiarire, sto parlando di cinesi. Lasciamo perdere le facili allusioni alle loro inspiegabili moltiplicazioni (i primi giorni erano 3, dopo venti giorni sono già 6). Quello che sconvolge noi europei (anche le polacche e gli olandesi, si vede pesantemente) è la loro disabitudine a pensare, ad avere un'opinione ed esprimerla. Alla fine molte situazioni sul momento le trovi più ridicole che altro: ma se vai a fondo c'è da rimanere a bocca aperta.
"Cos'è Wikipedia? Non l'ho mai sentita nominare" non è una cosa che mi posso sentir dire da tutti e 6 i cinesi, considerando che sono 6 cinesi che studiano all'università, quindi saranno l'intellighezia del loro paese nei prossimi anni (e non dite: "avranno una loro enciclopedia on-line". Già chiesto: "No") .
Quello che sconvolge di più è il livellamento e la difficoltà a esprimere opinioni. "Ti piace il te?" è una domanda che provoca sconcerto nei loro volti: l'unica cosa di cui siete sicuri è che la risposta che (dopo una lunga attesa) darà il primo, sarà la medesima che anche gli altri faranno a gara a darvi.
So che è difficile far capire a parole quello che una situazione, un atteggiamento esprimono. Così provo a ricostruire le due perle di oggi che mi hanno convinto (contro ogni mio proposito) a scrivere questo post. Che ripeto, non voleva essere razzista. Solo far conoscere. E anche far riconoscere le proprie fortune.
1)Si parla di comunicazione e managing, lezioni molto partecipative. Domanda del prof: "Chi è un personaggio politico che ispira fiducia?" Risposta quasi in coro (parole testuali) "Il nostro premier XXXXX". Ai nostri sguardi allibiti una prova a giustificare: "Ha fatto molto bene perchè 10 anni fa ha salvato molti scienziati; se non l'avesse fatto adesso la Cina sarebbe un paese molto molto povero". Chiedo al mio vicino come li ha salvati (c'era una bomba, un attentato, un virus letale?). Risposta: "Fino a 10 anni fa tutti gli studiosi volevano emigrare in USA o Europa. Poi non sono più andati via...".
2) Stessa lezione. Il prof cita la parola referendum. Poi legge i loro occhi interrogativi e si ferma a chiedere se conosciamo il termine. Sei teste si scuotono a destra e a sinistra. Sguardi di incombrensione. Io mi giro verso il mio vicino e gli spiego: "Quando la gente, per decidere se una cosa gli va bene o no, vota". Sguardo di incomprensione

Ps: tu che puoi, affrettari a votare. Manca poco al responso

mercoledì 24 settembre 2008

Sounds good

Continuo a ringraziare per i tanti consigli che mi avete dato per la scelta dei monumenti... il "sondaggio" è ancora aperto, quindi, se non lo avete già fatto, contibuite.
I giorni olandesi sono very busy, con questa storia dei compiti a casa e dei progetti di gruppo...comunque hanno il lato positovo di tenermi marcato stretto, che io ne ho decisamente bisogno.
Per avere l'ispirazione mentre sto progettando e costruendo il modello operativo di un'impresa economica da me inventata (giornalismo?!? chi stipula i contratti inter-universitari per l'Erasmus è un mito!), mi affido alla grande musica, you tube fornisce e suggerisce.
Le cuffie sono nelle orecchie, ascolto, sento e scrivo. Poi butto gli occhi al video e traggo alcune conclusioni...

Attenti a giudicare le persone.
Attenti a giudicare le persone da quello che gli altri dicono di loro.
Attenti a giudicare le persone dai vestiti che portano.
Ma soprattutto attenti a giudicare le persone da i capelli che portano...



Una voce ti può scusare per questa e per molte altre cose.

lunedì 22 settembre 2008

Voglio anch'io mille commenti!

Assistendo quasi in diretta a un tentativo polipesco in un blog di cui non farò il nome, diventando verde dall'invidia vi annuncio che voglio anch'io commenti a 3 cifre. Quindi questo post diventa un sondaggio, che mi è suggerito anche da una necessità: per un progetto qui all'università, devo descrivere 20 monumenti italiani... la cosa difficile è sceglierli: 20, non uno di più. Uniche condizioni che sia opera dell'uomo e non della natura, qualcosa che riguarda l'architettura, insomma. Ho provato, ma la selezione da fare è davvero ardua, direi impossibile. Chiedo aiuto e -soprattutto- suggerimenti: commentate (vedremo, Cinzia, alla fine chi ce l'avrà più lungo...) e domenica 28 settembre vi farò sapere su quali ricadrà la scelta.

Per tenervi aggiornati sulla mia trasformazione in un vero olandese, pochi brevi flash.
Ho di nuovo una bici: 4o euro, ma per non perderci troppo, dirò che l'ho pagata 50 quando la rivenderò. Sì, perchè oltre a essere leggermente bassa per me, penso che abbia una ruota ovale: non si vede a occhio nudo, ma mentre vado sembra che la strada sia piena di dossi... Per il momento sono "motorizzato", ma spero di trovare a breve qualcosa di meglio.
Ora sono un autentico fan del calcio totale: venerdì sera sono andato allo stadio a vedere la squadra locale (i Go Ahead Eagles di Deventer, nei quali milita la vecchia gloria Marc Overmars, ciccione come pochi, con la velocità di una gazzella sbranata da un leone e l'agilià di un platano secolare). Partitona insulsa, strappiamo un 1-0 con un gol di rapina proprio nella porta sotto la curva dove mi trovavo. Però clima molto olandese. Positivo.
Ma soprattutto, ho finalemente rischiato la vita mangiando aringhe crude: prese al mercato, 5 euro per 4 aringhe intere (sbudellate e disliscate), serite con pezzetti di cipolla in un cono di carta oleata, mangiate con le mani: davvero buone, anche se le dita han puzzato di pesce fino a sera.

giovedì 18 settembre 2008

C'è chi può e chi non può. Io può

Questo post è particolarmente dedicato alle persone che non hanno il loro guardaroba in un soggiorno prolungato all'estero. La soddisfazione che provo nello scriverlo mi sta addirittura facendo rimandare la cena a questa tarda ora.

Devo innanzitutto confessare che anch'io, come la collega erasmusina Ilaria , ho avuto parecchi problemi con la valigia. Con astuto stratagemma sono riuscito a stivare nell'aereo 30 kg, invece dei 20 che mi erano concessi. Ugualmente troppo poco. Il mio guardaroba olandese appariva perlomeno minimo...almeno fino ad oggi.
Questi pacchi confezionati con grande cura ed efficacia dai miei, sono solo una parte dei grandi rinforzi arrivati oggi, poco dopo mezzogiorno, direttamente nella mia nuova abitazione deventerese. L'arrivo di tanto ben di Dio (oltre a scarpe e vestiti, cosa devvero graditissima, 2 salami, una mortadella e 2 chili di parmigiano reggiano) mi ha caricato: basta lasciare la camera in uno stato "profugo in territorio di conflitto"! Soprattutto i vestiti appoggiati per terra su sacchi di plastica (a mo' di bancarella del mercato) andavano bene quando erano pochi, ora che c'è numero bisogna fare qualcosa. Dopo un breve (ennesimo e fallimentare) tentativo nel negozio vicino a casa per cercare una bici, parto in autobus e raggiungo l'agglomerato di discount di mobili dove avevo già in precedenza avevo comprato l'arredamento per la mia mansarda. Giro 20 minuti per farmi un'idea, poi mi butto su un set di tre armadi da campeggio, con telaio in metallo e copertura in tela. Anche carini, alla fine: me li porto via con 50 euro e spicci. Il lavoro di montaggio mobili e sistemazione vestiti (soprattutto quest'ultimo) è mentalmente faticoso. Ma il risultato è davvero soddisfacente. Roba da far morire d'invidia chi non ancora non ha un vero armadio...



















Per dare ancora più colore al post, visto che ultimamente c'è più scritto che altro e questo (lo so) rompe abbastanza, vi propongo questo bel filmato. In un certo modo si lega a uno spettacolare episodio della mia giornata...
Sono a lezione. Per un corso dobbiamo progettare e programmare un sito web con database. Sono in un aula completamente di vetro, tavoli nuovi di pacca, sedie ergonomiche per tutti (non solo per il professore, anche per gli studenti). Siamo intorno ad un tavolo centrale. Intorno a noi 12, dico 12 computer nuovi di balina (gli scatoloni sono ancora nel corridoio poco lontano): pentium centrino II e tutte le cose di ultima generazione, tastiera e mouse nero, schermo piatto a 24 (24!!!) pollici. Il professore dice: "Ragazzi, dobbiamo iniziare a prendere confidenza con il programma che useremo; purtroppo con i nuovi computer abbiamo dei problemi di rete, stiamo ancora completando l'installazione". "Ah -penso- allora qualche magagna ce l'hanno anche loro". Il professore esce, rientra dopo un minuto. Spinge un carrello, come quello delle cameriere che rifanno le camere negli alberghi. Lo apre e tira fuori...un computer portatile per ciascuno di noi. Siamo in 12. Nel carrello ne restano altri 8. Laptop Hp, centrino II, schermo 19 pollici. Cinque mesi di vita al massimo. Connessione wireless al segnale interno dell'università, gratis per tutti gli studenti, of course. Standing ovation.



Il video rappresenta la sfida alla tecnologia. Qui in Olanda l'hanno vinta, noi siamo i protagonisti del video. Questo filmato è dedicato a mia sorella Elena (che tra l'altro può commentare, ogni tanto!) e alla sua passione per i gatti.

mercoledì 17 settembre 2008

Sostanzialmente piatto di pasta. Grande. Più grande

Sono stravolto dopo l'ennesimo piatto colossale di pastasciutta: sono molto più italiano all'estero che quando sono a casa mia.
La settimana è iniziata tranquilla.

Lunedì ho passato buona parte della giornata a fare i compiti (qui li danno di settimana in settimana, tipo scuole superiori ma in quantità da MIT o giù di lì). Leggere (e capire) in inglese già è impresa ardua. Se poi anche i contenuti sono complicati, non ci posso saltare fuori: così, per leggere più o meno 30 pagine, ci metto qualcosa come 5 ore....non male. Negozi chiusi, quindi ho la scusa per non aver trovato la bici. Nel pomeriggio mi trovo con il cinese Eric per discutere un progetto per il giorno dopo. Dovevamo solo scegliere il tipo di impresa fantasma creare e che obbiettivi proporci. Arriva da me con un block-notes pieno di schemi complicatissimi e presi chissà dove. Gli chiedo cos'è e la risposta, oltre a farmi capire che quello che ha fatto è troppo, mi permette di capire senza margine di errore che quello che ha fatto è sbagliato. Quindi prendo in mano le redini della situazione, rifaccio il lavoro tutto con la mia testa: sono appena 15 minuti di lavoro, la maggior parte dei quali spesi nel cercare di fargli capire con gentilezza che non aveva capito un cazzo e nel fargli credere che, in realtà, quello che sto scrivendo prende spunto dal suo lavoro.

Martedì a lezione si scopre che incredibilmente avevo ragione io (ma tipo di quelle ragioni che chi ha torto si dovrebbe inchinare e prostrarsi per ore). Verso mezzogiorno tento un approccio al negozio di bici vicino a casa mia. Stesse bici di venerdì scorso. "Riproverò!". Al supermercato trovo la pancetta e decido di fare per cena gli spaghetti alla carbonara. Incontro il coinquilino tedesco e lo invito: gradisce molto la pasta (traduco: "Ah! Così è questa la carbonara! Io avevo sempre mangiato quella nei barattoli..." poi tira fuori un vasetto che sembra senape, che tristezza). Pieno come pochi e carboidrato come non mai me ne vado a letto.

Oggi ho avuto quelle 8 ore di lezione (dalle 9 alle 17) che però, per una gustosa abitudine olandese, sono state intervallate da 10.856 pause da 72 minuti l'una. Alla fine è incredibilmente mentalmente stancante! In una di queste pause faccio in tempo ad andare in centro con Pietro e a spararmi un kebeb all inclusive (cipolla-insalata-cetriolo-altra roba-mayonnaise). Davvero buono, ma nelle ore successive tenere gli occhi aperti sarà un impresa. Anche perchè, quando tento di prendere qualcosa da bere alle macchinette, scopreo che non accettano moneta: solo bancomat (non è uno scherzo!). Mi dispero e per levarmi la terribile arsura mi riduco a bere dal rubinetto del bagno, come i cani. Tra l'altro mi tocca aspettare, fingendo di leggere le istruzioni del sapone per le mani, che i cinesi abbiano finito di pisciare: non vogli che mi vedano. Che pietà.
Momento sclero di Pietro in classe, dovuto al dilagare della volgarità nelle situazioni in cui sai che nessuno capisce quello che tu dici (anche il mio linguaggio, non lo credevo possibile ma è così, ha guadagnato punti nella tassonomia volgarometrica): non siamo ancora a livelli eccessivi, ma trattenere le risate a volte è impresa ardua. Ennesimo tentativo a vuoto per acquistare una bici: vado in un second hand shop, di interessante c'è solo una bici da corsa a 40 euro. Peccato che sia completamente senza freni. Mi perdo a guardare i vestiti (stock di cravatte a 1 euro l'una, vestito da sposa a 35 euro) poi me ne torno a casa. Altra pasta da stendermi e ora sono qui a scrivere questo post.

Ma non vi posso lasciare prima di un'arringa stile vecchi tempi (1, 2, 3) contro le gallerie fotografiche su internet. Notizia da libero.it. Si parla dei Guinnes dei primati, e come sempre si cita l'uomo più piccolo del mondo: originario della Mongolia, è alto solo poco più di 70 centimetri.
Lascio parlare l'immagine, ma mi sorge una domanda una domanda
Ma vi sembra il caso di mettere un pulsante del genere subito sutto la foto? Secondo voi, quante volte il povero mini-cinese avrà provato a schiacciarlo, un pulsante del genere?

lunedì 15 settembre 2008

Sport, piedi, vescica, fame, fiesta

Finalmente passato lo shock da furto di bici. Però mi sono giocato il sabato, fra la nenia (che, per chi non lo sapesse, è unaa specie di noia all'ennesima potenza) e l'impossibilità di muovarmi per la città con tempi e fatica accettabili. In realtà un tentativo di trovare la bici lo faccio: è una traversata epica della città, per raggiungere un negozio dove vendono tutto di seconda mano (vestiti, mobili, giochi....e anche bici). Il posto l'ha trovato la cinese che ho aiutato la settimana scorsa a comprare la stampante, si vuole sdebitare a tutti i costi. Quando arriviamo in questo second hand shop, però, tutte le bici buone sono già andate vendute. Rimangono una scassi-scassi da donna e una bici da corsa degli anni '30 con il sellino in legno: anche se 40 euro sono pochi, il mio povero culo pretende di più. Il resto del sabato fingo di studiare perchè mi sono accorto che qui i compiti per casa sono una cosa seria (e sono tra l'altro tanti e difficili!).
Ieri mi sveglio tardino, e vista la mia scarsa disciplina alimentare del giorno prima (panino con nutella a pranzo e a cena una coppà malù al cioccolato) punto tutto sul pranzo. Ho già in mano la pentola per farmi un chilo di pasta, quando passa il tedesco che abita con me: "Tra mezz'ora giochiamo a basket davanti al supermercato, ti va di venire?". "Cazzo! Mi piace davero giocare a basket...ma non faccio un pasto decente da 36 ore...però se adesso gli dico di no poi pensa che mi ruga e magari non me lo chiede più la prossima volta...poi è da quando sono partito che non faccio un vero sport. E' deciso: lascio lì la pentola -mica posso saltare pieno di pastasciutta- e completamente digiuno me ne vado al campo di cemento. Non svengo e mi diverto molto. Ma c'è un problema: causa poco (pochissimo!) spazio nella valigia che mi sono portato (30 kg per sei mesi non è proprio accettabile), le uniche scarpe che ho sono scarpe normali, assolutamente non scarpe da ginnastica. Così si finisce di giocare -dopo che io avevo inventato di avere un impegno-, torno a casa e sui miei piedi ben 4 vesciche (anche se il corretto termine medico è vescicola): per la precisione una vescica "standard" sulla pianta di entrambi i piedi e una cosiddetta "sfioppola" su entrami i miei anulari dei piedi (non so come si chiama, potremmo aprire un forum su come chiamare le dita dei piedi, e che nessuno dica "Piero, Giorgio e Maurizio"!).
Verso le 4 mi raggiunge a casa Paolo, che starà da me per due notti. Ha finalmente trovato casa ma non è ancora pronta-consegna, e visto che domani ha il volo per tornare in Italia, sta da me che gli viene più comodo.
Alle 7 sto collassando per la fame. Arriva a fare un saluto anche Pietro, che sembra volere solo fare quattro chiacchere. Ma io non ci vedo più dalla fame: me ne sbatto di quello che si dice e metto su 3 etti di pasta. Riemergo dalla catalessi, facciamo chiacchiere fino a tardi, poi Pietro se ne va (ha un appuntamento da McDonald's dopo che da me ha mangiato un etto di pasta al tonno e un chilo di pane, è un genio). Poi 4 cazzate su youtube e finalmente a letto, dove non so come tenere i piedi, ma questa è un'altra storia.

PS: ho aperto un nuovo grandissimo blog monotematico...in realtà è più un memorandum ad uso personale per ricordarmi in eterno che cavolo ho mangiato per 6 mesi in Olanda. Comunque visto che la maggior parte degli utenti di Internet possiede, più o meno segretamente, una vocazione da voyeur, eccolo qua.

venerdì 12 settembre 2008

Sono abbastanza calmo. Sto metabolizzando la faccenda. Ho evitato di reagire in maniera eccessiva e volgare, come sarebbe stata la mia tentazione iniziale. Però che cazzo!!! Sti ladri di biciclette ti lasciano proprio senza parole (prgo non ridere, è una cosa seria). Cioè, non è per il valore, ma per il fastidio: una cosa è tua, non capisco perchè un altro te la debba prendere. Comunque lasciamo stare, d'altra parte ieri era l'undici settembre e viene da pensare che di cose peggiori al mondo se ne può riempire un elenco da qui all'eternità.
Prima di andare a sprecare la serata due cose:
Uno. Non ho foto della mia bellissima bici scomparsa, ma sul web ne ho trovata una molto simile. Non la posto per non avere il magone tutte le volte che apro il blog, ma chi è interessato, qui può farsi un'idea di come era.
Due. Ieri sera il momento cinema è andato effettivamente meglio che con "Denti"... ma non siamo saliti molto di livello: in realtà volevo uccidermi con un Saw IV, ma l'audio da cinema in inglese necessita di un livello di comprensione linguistico leggermente troppo alto per il mio standard attuale. Così, mi sono buttato su Arrapaho degli Squallor: non è un filmone, ma almeno non mi aspettavo niente, e alcune voci fuori campo facevano piuttosto ridere. E visto che è un po' che non posto un video, ecco l'inizio (la parte migliore, per rendere l'idea) di quello che è anche noto come il più brutto film della storia del cinema italiano.

giovedì 11 settembre 2008

Italy rules!

Che film del cazzo! Esordisco con queste parole volgari, ma che non potranno mai raggiungere la volgarità del film che ho visto ieri sera. Come ampiamente da attendersi vista la trama, Denti è uno di quei classici film da descrivere con una sola parola: brutto. Niente trama, niente suspance (per un horror -o presunto tale- direi che è fondamentale), niente colpi di scena, niente personalità dei protagonisti...insomma, uno schifo: anzi, letteralmente uno schifo, visto che le poche scene che mi hanno tenuto sveglio (ma non spaventato) sono state quelle che mostravano in primo piano i moncherini o le parti di membri amputati da questa ragazza con un dono nascosto.
Basta parlare del film. Oggi è stata una giornata di ennesima prima lezione alla Saxion. Prima giornata del corso "Document Management System", tenuto dal sosia di Doc di Ritorno al futuro: molto casino e soprattutto molte conoscenze (soprattutto informatiche) date per scontate, ma dovremo fare dei lavori in gruppo, e questa è una cosa positiva. Io assieme a Meg (Polonia) e Rose (Cina) abbiamo in progetto di costruire un sito/database in cui mettere foto e descrizioni dei principali monumenti delle nostre città natali. La proposta è venuta dalla cinese, e la cosa fa un po' ridere: infatti lei, che vive in una "piccola città" di 600.000 abitanti, ha detto che riesce a pensare al massimo a 3-4 edifici degni di nota nella sua città. Non l'ho voluta sbambinare dicendo che il mio paese di meno di 25.000 abitanti è stato fondato nel 1262 su precedenti insediamenti neolitici e che, così su due piedi, riuscivo a pensare almeno a 20 posti degni di nota... ma mi sono sentito molto fiero di essere italiano.
Dopo pranzo ho aiutato l'altra cinese a scegliere una stampante...una faticaccia, ma ricompensata dallo spettacolo di faccine e suoni che emettono per esprimere i loro stati d'animo (tipo mani sulla testa a mo' di capanna quando qualcosa li sorprende negativamente o abbracci affettuosi alla stampante appena acquistata, quasi a giurarle eterno amore). Poi io me ne vado a comprare un portalampada (per illuminare un antro oscuro della mia camera, quello sopra il mio letto) e una giacca nuova (mezzopeso con uno stile tra il fighetto e il belloeimpossibile, 70 euro, si può fare). Così la posso smettere di dover scegliere fra l'andare in giro senza giacca (congelandomi) o con un piumino da -20 gradi (facendomi ridere dietro da tutta Deventer).
Stasera il cineforum offre un'ampia scelta...sono tranquillo, peggio di ieri non mi potrà andare!

mercoledì 10 settembre 2008

Non sono stufo ma ho stufato

Giornata positiva. Stamattina avevo lezione. Avrei finalmente dovuto conoscere l'intera classe, non solo gli studenti internazionali. Arrivo in aula spaccando il secondo (il tedesco stamattina ha occupato il bagno per 20 minuti buoni). Eravamo solo gli studenti internazionali. Non ci sono spiegazioni (i professori sono più sorpresi di noi, ma molti di loro non sanno il numero egli studenti di una classe prima di iniziare i corsi. Io ipotizzo che sia una forma di apartheid nei nostri confronti (tra l'altro, "apartheid" è una parola afrikaans, quindi di origine olandese).
Comunque la lezione è abbastanza pallosa: il professore (sosia di Severgnini ma vestito come un elettricista o un tecnico delle caldaie) parla un inglese con una pesante inflessione olandese...ma il peggio sono i contenuti, davvero noiosi (database e sistemi di catalogazione delle informazioni) e che sembrano dare per scontato migliaia di conoscenze a me totalmente oscure.
A pranzo hamburgerone in mensa (dove si paga solo con carta di credito, quindi mi tocca comprarne una prepagata...non proprio un affarone: 12 euro per 10 euro di credito!).
A seguire bellissima lezione di lingua Olandese. Ci alleniamo un po' a fare quei suoni gutturali che fanno loro (sputando e raschiando la gola più del necessario). Infine viene stabilita ufficialmente l'incapacità totale dei cinesi di riprodurre un suono che hanno appena sentito (cioè, dico, va beh che non è la tua lingua e che probabilmente è molto diversa dalla tua, ma dopo che ti fanno sentire il suono di una vocale 10 volte - e soprattutto dopo che hai vissuto in olanda per 4 anni, come è il caso del ragazzo seduto a fianco a me - qualche cosa di meglio lo potresti tirare fuori).
Dopo la lezione Pietro e Paolo (i miei compagni di Erasmus, non i Santi) vengono a vedere la mia camera-reggia . Si sparano 4 cazzate (soprattutto sui cinesi) e si finiscono le Pringles che avevo comprato (così ne mangio meno io).
A cena mi sto preparando la pasta ma il congolese mi offre qualcosa che ha appena cucinato lui. Sembra buono e accetto: è stufato di manzo, con tanto di patate e altre verdure (penso sedano e cipolle). Direi piuttosto buono. Mi sdebito lasciandogli usare il io computer, visto che il suo non funziona (mentre lui lo usa faccio una pausa nella scrittura di questo post e ne approfitto per andare a spostare la mia bici, portandola sotto una tettoia: stamattina non c'era e quando mi sono appoggiato al sellino è stato come sedersi su una spugna!).
I programmi per la serata sono epici. Finalmente guarderò un film che da lungo tempo mi ossessiona: "Denti". Anzi, guarderò "Teeth", perchè vista la mia voglia di imparare sto cavolodi inglese, oggi me lo sono scaricato in lingua (scusate il gioco di parole) originale.
Domani prometto una recensione dettagliata.

martedì 9 settembre 2008

Quite and quiete

Posto dopo 2 giorni di silenzio perchè non sono state 48 ore proprio memorabili...ovvero non è successo praticamente un bel niente.
Sabato sera è stato il momento più intenso. Ho avuto uno scambio cultural-culinario con il tedesco che abita in casa con me. Lui mi ha cucinato delle patate in padella (semplici ma buone), io gli ho fatto le cotolette (anche se, vista l'assenza di pan grattato e l'impossibilità di grattugiare del pane secco - il pane olandese passa direttamente dallo stato mollo allo stato muffa!- sbriciolo dei grissini...no è che funzioni molto, ma tant'è). Dopo cena mi invita con dei suoi amici tedeschi a vedere un film nel cinema all'aperto...all'aperto in Olanda? ma porca puttana, ci si congela ad aprire la finestra 5 minuti per cambiare l'aria, figurarsi 2 ore fermi su una sedia di plastica! Il film (Juno) è carino, ma mi perdo qualche battuta: devo ancora fare pratica con l' inglese sottotitolato in olandese...
Domenica mi sveglio che il cielo non promette niente di buono. Vado in ventro ma la pioggia mi sorprende. Torno a casa (sellino bagnato= culo bagnato) e mi rinchiudo in mansarda. Dormo e spreco il tempo su internet (grazie Youtube!). Poi leggo e poi dormo ancora.
Ieri mi son svegliato con un mal di schiena da impazzire...ho pensato di maledire il letto, ma non sono sicuro che sia colpa sua. Sto a letto tutta la mattina (tanto fuori il tempo è uno schifo)perchè davvero il collo fatica a sostenermi la testa (questa è la vecchiaia che avanza). A pranzo mi preparo un panino con quello che pensavo fosse un insaccato ma che ha più il sapore di un preparato per ravioli di Giovanni Rana. Poi passo tutto il giorno a leggere e finalmente la sera finisco il mio libro. Quindi finalmente vi posso dire il titolo (ovviamente non l'avevo fatto prima nel terrore che qualcuno di voi mi scrivesse bastardamente svelandomi il finale, sarei impazzito): mi sono letto Angels & Demons di Dan Brown (l'ultimo romanzo che mi mancava di questo autore)...ma è il primo che leggo in lingua originale. Leggere in inglese l'ho trovati utile e interessante, anche se quando la scena si fa più concitata e vorresti leggere più velocemente per arrivare alla fine, mi sentivo un po' tardone! Il libro in sè è bello, ben scritto e ben congeniato. Consigliabile.
Oggi invece prima vera lezione all'università. Di studenti olandesi ancora neanche l'ombra, ci siamo solo io, Pietro, il cinese e le due polacche: forse domani vedremo qualche indigeno. Materia di oggi: Business Processing Modelling...più difficile a dirsi che a farsi. Prof giovanissimo e molto friendly (come, ormai ho deciso, TUTTI gli olandesi). Sarà che usa molte slide, sarà che si spiega bene, capisco quasi il 90% delle parole che dice, e quanto al significato praticamente tutto. Maggiori problemi quando mi devo esprimere, ma verrà col tempo...i Dutch invece sono impressinanti, anche questo prof parla senza un filo di accento e ad una velocità con cui io parlo a malapena l'italiano.
Nel pomeriggio ho un appuntamento con l'equivalente olandese dell'ufficio anagrafe del comune, devo registrare la mia presenza qui... casini in vista!

sabato 6 settembre 2008

Lavori e fine lavori

Sono ispirato e finirò brevemente (questa volta davvero) il riepilogo di questa settimana.

Martedì 2 è il primo giorno ufficiale alla Saxion: non è lezione, ma momento introduttivo per gli studenti stranieri. Ci siamo 3 italiani (il sottoscritto, Pietro e Paolo), due Polacche (Ursula e Meg) e tre cinesi (per comodità: Rose, Crystal, Eric). Ci parlano un po' dell'università e ci danno molte informazioni utili (insieme a una borsina griffata con dentro un Twix, una chiavetta USB e un bicchiere termico tutti griffati Saxion). Ci sono la Janny e l'equivalente del preside di facoltà: sono molto amichevoli, molto scherzosi, penso che in questo paese le formalità siano bandite. Poi mi sorprendo perchè capisco molto più di quanto avrei immaginato. Quando devo perlare faccio ridere, sia per la grammatica e la scelta dei termini, sia per la pronunciation (la esse emiliana non la perdo neanche in english). Alle 12.00 tutti a mangiare a mensa (a spese dell'università); a seguire 2 ore di tornei di Sport Wii (spettacolare). Alla fine ci danno una specie di compito per casa: fare una newsletter degli studenti internazionali per presentarci agli altri. Ci lavoriamo su un po' (il compito serve più che altro a farci conoscere fra di noi e ad abituarci a lavorare insieme): la cosa che più mi colpisce è che, dopo aver deciso di porre a tutti le stesse domande, le cinesi propongono di chiedere "Quanti siete in famiglia?". Il che può essere anche interessante...ma quando poio tocca a te chiedere a loro: "Quanti fratelli o sorelle hai?" sapendo benissimo che sono figlie uniche... (perchè 1 e perchè 2).
Verso le 18 torno verso casa, ma mi fermo al supermercato a fare la spesa di base: olio, aceto, sale, zucchero, pasta, riso, pomodoro, tonno...ne avrò per tutti i sei mesi.

Mercoledì 3 è il secondo giorno di presentazione. Prima lavoriamo un po' alla news letter, poi di nuovo pranzo a scrocco in mensa (stavolta mi sparo un hamburger) e poi assistiamo alla cerimonia di laurea (molto sobria) di due cinesi. Uno sembra un manager colluso son la mafia, l'altro sembra appena alzato dal letto o andato dritto in un coffee shop senza passare dal via.
Altra mezz'oretta di lavoro alla newsletter (per colpa mia, che cancello senza volere il file con la prima pagina): questa è la pagina centrale, sforzatevi per leggere.

Giovedì 4 non passa mai. Solo infinitamente lungo e infinitamente noioso...Leggo e giro a vuoto. Domani sarà migliore (infatti lo è stato).

Fine del riepilogo

Ps: nella foto il cinese a fianco a me c'era veramente, non lo abbiamo aggiunto dopo con Photoshop, ve lo giuro.

venerdì 5 settembre 2008

Piove. Good day

Incredibili novità positive sta portando questa giornata.
Inizio positivo soft: ho comprato una caraffa (così, visto che bevo l'acqua del rubinetto, non mi devo alzare ogni volta che secco il bicchiere per riempirlo di nuovo) e 8 grucce per i vestiti (così,tanto per cominciare, ho staccato la giacca e l'accappatoio dalla maniglia della finestra, che facevano molto spaventapasseri).

Spaventapasseri, appunto

Intervallo negativo. Non ho trovato nei negozi del centro la giacchetta leggera e impermeabile che volevo comprare...anche domani si becca un sacco d'aria sulla bici. E speriamo non acqua, visto che qui piove davvero spesso. Adesso, per esempio.

Si va sul pesantemente positivo. Verso le 15 sento confusione e voci di sotto. C'è il padrone di casa, venuto per risolvere il problema Internet aiieme a due suoi nipoti esperti di computer (sono 15enni, sono smanettini, non esperti, ma è sempre meglio di niente). Scendo a vedere cosa succede. Suona il campanello. È un corriere che consegna al mio coinquilino congolese il suo nuovo letto (ovviamente, come tutti i mobili olandesi, scomposto in settecentomila pezzi da montare). Lui è parecchio in difficoltà, mi offro di dargli una mano. È un lavoro peso e lungo (2 ore buone), ma alla fine il letto è pronto e la sua camera rivoluzionata. Alla fine mi sono pure divertito. Ma qui arriva la ciliegina sulla torta: il congolese mi offre il suo vecchio letto... faccio qualche complimento, ma accetto ben volentieri: la mia brandina stava iniziando a mettere a dura prova la mia schiena e queste doghe in legno....gli prometto di restiruirglilo alla mia partenza, ma intanto posso aggiungere uno step (quello finale) alla mia scalata verso il miglior letto possibile.


FINAL STEP

Let it see...

Ispirato dai Beatles (vedi titolo) ho pensato di anticipare la vostra possibilita' di godere anche con gli occhi delle mie mirabolanti avventure. E ora basta con le parole e spazio alle immagini.


La famosa camera di Pietro



Io con i suoi simpatici coinquilini (da destra Bulgaria, Francia e Spagna)

La mia mansarda, pochi minuti dopo il mio arrivo

Per finire (per oggi) con i 3 stadi dell'evoluzione del mio letto deventerese.


STEP 1



STEP 2



STEP 3

giovedì 4 settembre 2008

Testiamo la pazienza del lettore...

Continuo la mia "rapida" carrellata riepilogativa della mia prima settimana a Deventer. Mi scuso per le pubblicazioni successive e poco intevallate dei post (che vi costringono a usare la barra di scorrimento verticale per poter leggere in ordine cronologico). Avrei postato tutto per tempo, ma solo ora (dall'universita') ho una connessione che mi permette di copiare incollare e postare le cose che ho scritto nei giorni precedenti. Proseguiamo nella narrazione.

Sabato 30 agosto. Mi sveglio tardi, volontariamente, l’appuntamento è per le 12, e so che l’attesa sarebbe deleteria. Arrivo da Enra Wonen con una buona mezz’ora di anticipo. Ovviamente aspetto 45 minuti (sono turchi, non olandesi). Vado a visitare le uniche 2 camere che hanno disponibili insieme ad un ragazzo tedesco (che parla l’ inglese come lo parla Tony Blair). La seconda (indovinate perché parto dalla seconda!) è una camera a pian terreno con uscita sul giardinetto. 350 euro. Queste erano le buone notizie. Le cattive sono che è più sporca di una pattumiera di Napoli, la cucina è un ammasso di ruggine e il bagno sembra un istituto correttivo per aspiranti tossici; senza dimenticare che nel giardinetto giacciono diverse lamiere accartocciate, metri e metri di filo spinato, due carrelli della spesa rovesciati e, anche se non le posso vedere, immagino qualche siringa. Al rientro in agenzia sono il più lesto a consultarmi con la regia (casa) e a sganciare tutto il contenuto del mio portafoglio nelle mani del simpatico turco (che penso puntasse più sul tedesco, lo intortava di più, parlandogli anche in Deutsch…). Così è mia la scelta della prima camera visitata pochi minuti prima. È una soffitta di una casa storica (e tipicamente olandese), a pochi metri dalla stazione e a meno di un chilometro da Saxion. Sarà 7x5 metri (davvero grande), con due velux per lato che mi permettono di vedere entrambi i lati della strada. Pareti azzurro pallido riverniciate abbastanza di recente, moquette blu con poche (al massimo una decina) bruciature di sigarette e un divano blu, anch’esso completo di bruciature di sigarette, ma riparato con molta classe con strisce di scotch da idraulico giallo paglierino. Questa è tutta la stanza. Sono 400 al mese, è un prezzo folle per l’Italia, ma a Deventer siamo appena al di sopra della media…e la camera è molto al di sopra della media.
Anche tutto il resto della casa ha parecchi lati positivi. Deve essere appartenuta a una famiglia benestante perché ci sono alcune finiture di lusso negli spazi comuni: faretti e accensione automatica dei fornelli in cucina, box-doccia in vetro e vasca idromassaggio in bagno (che ha il rivestimento e il pavimento in legno!). Butto giù le valige e finalmente estraggo i miei vestiti, adagiandoli su sacchi del pattume che ho appositamente comprato. Scendo per conoscere i miei coinquilini: mi aspetto studenti, invece mi trovo di fronte un curdo di 28 anni (disoccupato per scelta “Ho lavorato duro per 4 anni, adesso mi riposo un pochino”), una donna turca più sui 40 che sui 30 e un ragazzo congolese di 30 anni circa. Per la casa gira molta altra gente (altre due facce turche, non raccomandabilissime, e una congolese, fidanzata del conterraneo) ma sono giunto alla conclusione che nella casa possono abitare solo altre 3 persone oltre me. Passo il resto della giornata a godermi la privacy (72 ore senza sono un’eternità, credetemi). A cena pane e salsa tonnata e a dormire sul mio nuovo divano.

Domenica 31 agosto. È una bellissima giornata di sole, si può stare in maglietta senza problemi. Peccato che tutti sia praticamente chiuso: non c’è niente da fare. Passo la tarda mattinata in centro. Non ho niente da mangiare a casa, così decido di entrare in una “Paninoteken” (o qualcosa di simile). Ordino secondo una traduzione intuitiva degli ingredienti: mi aspetto un paninazzo invece arriva un piatto delle dimensioni di una pizza tirata con sopra…una gigantesca crepe (o qualcosa che ci assomiglia) con sopra tonnellate di formaggio, cipolla, peperoni, speck, etc.etc, senza dimenticare uno spettacolare uovo all’occhio di bue adagiato nel centro. Spettacolo. Fatico a ingurgitarla tutta (anche perchè quando chiedo un’acqua da bere, mi porta una bottiglina da 200 ml: tipo un risciacquo). Torno a casa e mi butto sul divano: la domenica pomeriggio si dorme. Ma senza un gran premio fatico a prendere sonno, anche perché una musica assordante mi martella nella testa. Esco e scopro che nel parco di fianco a casa mia c’è un enorme party per giovani con 7 ore di filato di musica unz-unz. Incontro Pietro, che sta andando proprio lì, ma ci separiamo subito: io ho altri programmi. Dopo un inutile tentativo di avanzare nel mio libro davanti alle paperelle del parco (questa musica mi sta davvero uccidendo!) parto con la bici e, dopo averlo attraversato, costeggio l’Ijssel lungo una pista ciclabile rialzata molto suggestiva. Vado avanti per 20 minuti buoni, finché arrivo al paese successivo: sullo sfondo vedo un mulino e decido di dirigermi là. Mi siedo sulla panchina sotto questo bestione di 30 metri ricoperto di paglia. Dietro di me una famiglia si sta divertendo a tuffarsi in mutande da un ponte di pietra in un canale. Ora sono veramente in Olanda.

Lunedì 1 settembre. Dopo aver dormito per la prima volta su un materasso (la sera prima il curdo me ne ha prestato uno che aveva di riserva) e con un cuscino vero (prestatomi dalla signora turca) mi sveglio con in mente un sacco di cose da fare: firmare il contratto per la camera, ottenere un certificato dall’università, ottenere un numero sociale che mi serve per aprire un conto in banca. Il tutto prima delle 13, perché appunto a quell’ora ho appuntamento alla ABN-AMRO per aprire un bank account. Non farò (quasi) niente di questo. In compenso alle 14 esatte, come da accordi precedenti, la donna turca, che ho capito è sul punto di trasferirsi altrove (“in una casa vera” mi dirà in seguito), mi accompagna dove potrò trovare i mobili che mi servono. Salgo sulla sua auto e non so se aspettarmi che mi voglia vendere i mobili che ha trovato nella sua nuova casa o se mi porterà da qualche amico rigattiere. Contro ogni mia aspettativa andiamo in un posto a qualche chilometro a nord della città, dove si trovano 6-7 discount di mobili uno a fianco dell’altro. Dopo una attenta selezione carichiamo sulla sua auto: un letto-brandina, una scrivania con 3 cassetti, una sedia da ufficio con rotelle, una sedia relax da campeggio, una sedia da pescatore dimensione baby e una lampada da tavolo blu. Il tutto per la cifra di 104 euro. Contento del mio affare, passo il pomeriggio a montare il nuovo arredamento della mia mansarda. Alla sera, per ringraziare la gentile signora turca (che tra l’altro fuma come una turca) del suo aiuto, cucino la pizza. Io esagero nelle dosi, ma lei inspiegabilmente non si fa vedere: così, delle mie 5 pizze cotte una per volta nel minuscolo forno della casa, una la offro al curdo (che apprezza molto), più di una metà la riesco a fatica a sbolognare al congolese (che, d’altronde, alle 18.15 puntualmente mangia una quantità di riso sproporzionata): così a me restano da mangiare 'solo' 3 pizze. Mi sforzo e ovviamente ce la faccio.


Ps: secondo i miei calcoli, ora sono indietro di soli due giorni. Se li posto domani avroo' un totale di (2+1=3) 3 giorni in un post...spero che sia l'ultima volta che ne ammucchio cosi' tanti...ma sono sul punto di fare una promessa a voi instancabili lettori: un premio fedelta', che consiste in un sostanzioso post fotografico delle mie prime giornate Deventeresi. See you soon.

Recuperiamo il recuperabile

Attraverso un elaborato algoritmo ho scoperto che se rimango sempre indietro di 7 giorni sui post, quando parlerò di oggi sarà già passata una settimana. L’unico rimedio è sintetizzare al massimo i giorni passati, cercando, ma non prometto niente, di non dilungarmi in inutili particolari (soprattutto di non aprire parentesi –o incisi- ).

Giovedì 28 agosto, il grande giorno per la ricerca della casa. Mi sveglio alle 8 e parto per l’università. Forse per lo sbalzo termico Italia-Olanda, sento un freddo terribile, così indosso l’unica giacca che ho portato con me: piumino d’oca da giorno di Natale in Italia. In realtà, dopo solo 15 minuti mi viene un caldo terribile (anche perché sotto ho un dolcevita e un maglione di lana) e per tutto il resto della giornata mi devo scarrozzare tenendola come un pacco questa giacca, che ovviamente provoca le reazioni divertite di ogni olandese che la nota. Alla Saxion, la mia Janny, sempre molto cortese, mi accompagna dalla responsabile del trovare case (“Housing” è il termine inglese, se lo avessi imparato prima di partire, forse le mie ricerche on-line avrebbero portato più frutti). Tale Kim, molto indaffarata come tutti gli olandesi (ma molto meno gentile della media) mi da una lista di agenzie di affitto, indicandomene solo una come “possibile”. Vado di corsa e alle 10 sono lì. Il proprietario turco mi dice di tornare a mezzogiorno, è il suo socio che si occupa degli studenti. Cerco di sfruttare le 2 ore per andare nelle altre agenzie, ma sono a piedi e le distanze sono davvero enormi (una città di 100.000 abitanti che abita quasi esclusivamente in case con un solo piano è per sua stessa natura molto estesa). Quando mi decido a comprare una bici è già ora di tornare alla mia agenzia di turchi. Enra Wonen (nome dell’agenzia) è quello che fa per me: niente liste, chi per primo paga la caparra diventa il possessore della camera. Mi da appuntamento per sabato, per vedere una camera insieme: la mia disperazione mi fa pensare che la accetterò qualunque essa sia, così decido che non ha senso continuare a cercare.
Nel pomeriggio primo grande successo. Cerco una bici, ma la voglio very cheap (economica). Un taxista mi indica un posto di fronte alla stazione (l’usato più economico viene 120 euro). Torno a chiedergli un posto più economico, e dopo un lungo peregrinare arrivo in quello che sembra un capannone industriale. “Cambio” è il nome, il proprietario ha le mani più sporche di morcia che la morcia stessa. Ha solo 2 bici da vendere, una a 45 e l’altra a 75 euro. Non capisco perché due prezzi diversi, a me sembrano identiche. Prima di me c’è un ragazzo cinese, ma tituba e io mi avvento su quella da 45, giusto un secondo prima che una ragazza olandese cerchi di fregarmela. La bici è mia (con qualche difficoltà di registrazione perché non ho un indirizzo). Mi sento in colpa per il cinese, che però mi spiega che la mia bici non l’avrebbe potuta prendere; capisco il perché di questo e anche del prezzo quando salgo. Deve essere appartenuta ad un gigante, perché anche sforzandomi, da fermo non riesco a toccare terra se non con la punta estrema del piede.
L’Olanda dalla bici è tutta un’altra cosa. I 4 chilometri per casa di Pietro diventano pochi minuti a fronte di una buona mezz’ora, e anche l’umore ne risente positivamente. Passo a fare la spesa per il mio ospite (in qualche maniera devo pure sdebitarmi) e vado a casa sua. La cena è un bel momento, very international, con i suoi coinquilini dalla Francia, dalla Spagna e dalla Bulgaria.

Venerdì 29 agosto. Mi sveglio tardi, Pietro, scavalcandomi, è già uscito. Penso che il giorno dopo potrò avere una camera tutta mia, e mi esalto abbastanza. Per uccidere il tempo vado a leggere un libro (in inglese, to improve my language) in un parco vicino (ma quanti cavolo ce ne sono a Deventer!). Poi inforco la bici e faccio un gran giro per la città storica, attraverso il ponte sul Ijssel costeggiando la strada a luci rosse, passo di fianco al campeggio dove avrei dovuto trascorrere la notte (e a cui ho dato pesantemente buca, tanto come nome per la prenotazione avevo usato il patriottico “Mr. Italy”) e ritorno a Deventer attraverso una pista ciclabile che corre parallela alla ferrovia. Ancora spesa (dolcetti per festeggiare) e per la terza e ultima notte dormo sul pavimento di Pietro.

mercoledì 3 settembre 2008

Partiamo dall'inizio...

Cominciamo con calma il racconto della settimana fin qui' trascorsa (per la prima e ultima volta in Olanda, mi scuso per gli accenti che mancano sulle tastiere).
Mercoledi' 27 agosto: si parte. Alle 6 di mattina la sveglia mi alza, destinazione aeroporto di Verona. Gli auspici sul volo non sono dei migliori, visti i recentissimi incidenti piu' o meno gravi. Per di piu', durante il viaggio di andata, mio padre accende la radio e l' apertura del notiziario e' sullo sventato tentativo di dirottamento di un aereo che, ciliegina sulla torta, e' proprio della mia compagnia aerea (Transavia) e proprio in partenza dall'Olanda. E vai!!!
Il volo fila via tranquillo, a parte tre ragazzotti (a occhio 18, 17 e 14 anni) che si credono un po' troppo international per il fatto di faer un week end ad Amsterdam; dopo aver speso 4 euro a testa per una bibita imbrevibile (che dopo essersi addormentati si rovesciano addosso) , finiscono il loro show quando l'hostess gli chiede di chiudere il tavolino per l'atterraggio e loro gridando sorry si allacciano le cinture, continuando a usare il tavolino come appoggio per la difficile arte enigmistica di "unire i puntini". Arrivo all'aeroporto di Schipol e prendo il treno che parte dalle viscere della terra, destinazione Deventer. Sui binari incontro Paolo, altro "parmigiano" adottato che studiera' per 3 mesi con me alla Saxion. Facciamo il viaggio insieme (io nel frattempo mangio il mio sandwich e la mia acqua da 3 euro) e con le nostre valigie enormi arriviamo all'universita'. Io sono piuttosto stanco e superare i primi due step (aprire una porta girevole a spinta e parlare in inglese con le responsabili della reception) mi richiede quasi tutte le energie.
La referente dalla nostra facolta', tale Janny Steenge, e' davvero carina con noi: sui 50, espansiva e vestita in maniera casual, ci tratta veramente con tutte le premure possibili.
Quando abbiamo finito con il sistemare le carte burocratiche (di cui io ovviamente sono sprovisto) si esce nella citta': grigia come neanche Milano in dicembre alle nove di sera, 5 minuti di pioggia sottile alternata a 5 minuti di nebbia intensa. Di 3 italiani che intanto siamo diventati (alla comitiva si e' aggiunto Pietro, parmigiano vero, gia' da una settimana a Deventer, e per questo nostra guida ufficiale), io e Paolo siamo senza casa. Abbiamo necessita' di trovare casa, e solo mezz'ora prima che le agenzie chiudano (scordatevi di trovare come in Italia un bazar di foglietti per trattare direttamente la questione affitto). Non si combina niente, io rimedio solo un invito a casa di Pietro, cosi' mi evito il campeggio dove pensavo di passare la notte. Cosi', mentre Paolo se ne va in treno a un paese vicino dove ha conoscenti che lo ospitano, io mi ritrovo a fare 4 chilometri a piedi con i miei 35 chili di bagagli. Arrivo nella minuscola camera di Pietro, mi stendo sul suo pavimento con l'accappatoio come cuscino e mi addormento confidando nel domani.

martedì 2 settembre 2008

Poche inutili informazioni

Avvertenza!!! Leggere il post unicamente con il sottofondo musicale del video postato qui sotto.

Non ho molto tempo per fare un post riepilogativo delle mie giornate deventeresi (sara' argomento del prossimo post - quello ancora successivo sara' sul perche' le tastiere olandesi non hanno le vocali finali accentate). Solo pochi fondamentali aggiornamenti.
1) Ho finalmente una stanza (anzi una bellissima soffitta di oltre 30 metri quadrati)
2) Oggi c'e' stata la prima giornata introduttiva per gli studenti stranieri (noi 3 parmigiani, 2 ragazze polacche e 2 ragazze cinesi) : dopo averci parlato per un'oretta, ci hanno pagato il pranzo nella mensa dell'universita'; poi ci hanno fatto sfidare per 2 ore con il Nintendo Wii sport (non sto scherzando, per 2 ore a giocare a beach, tennis, cart, tiro con l'arco)...
3) Appena prima di partire avevo sentito questa canzone che non potevo assolutamente faer a meno di portare alla vostra attenzione.



PS: grazie a tutti (veramente a tutti), per gli auguri e il supporto morale!
PPS: ho aggionrnato i link del post precedente, ovviamente ora fa molto piu' ridere.